“Questo centro funziona come un hub per la raccolta e la distribuzione degli aiuti. I destinatari sono i rifugiati individuali, gli spazi che accolgono le persone in fuga dalla guerra, i soldati e il quarto gruppo sono le città bombardate”. Le parole di Yuri Popovich, un volontario dell’hub umanitario messo in piedi a Leopoli subito dopo l’invasione russa in Ucraina del 24 febbraio. “All’inizio tutti gli aiuti venivano dalla gente locale, poi dalle città vicino a Leopoli, subito dopo – invece – sono arrivati dalle aziende locali e dall’Europa. Anche dall’Italia: tre giorni fa abbiamo ricevuto medicinali da un mezzo targato Pescara. L’Europa, infatti, sta aiutando tantissimo, adesso cerchiamo di creare un sistema per utilizzare al meglio tutti gli aiuti che stiamo ricevendo. Purtroppo non eravamo pronti a una situazione del genere”.
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