Carcasse di automobili nel cortile dell’ospedale pediatrico e di maternità di Mariupol, completamente sventrato. Un cratere profondo diversi metri a testimoniare il punto dell’impatto dell’ordigno sganciato dai jet. Le donne ferite sulle barelle, i reparti ridotti a un ammasso di detriti e i letti insanguinati documentati dagli scatti del fotografo Evgeniy Maloletka. Vittime innocenti, donne e bambini centrati da un “atroce attacco delle truppe russe”, ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che in serata, in un video in russo, ha parlato di “crimine di guerra”. Un raid che ha provocato lo sdegno e la condanna del mondo, dal Vaticano agli Usa, mentre per Mosca l’attacco è stato programmato perché nella struttura c’erano “postazioni di combattimento” ucraine. “Un ospedale per la maternità nel centro della città, un reparto pediatrico e un dipartimento di medicina interna sono stati distrutti durante l’attacco aereo russo su Mariupol”, ha annunciato il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko.
“Il reparto maternità non esiste più”, ha aggiunto il numero due della polizia nazionale Vyacheslav Abroskin. Sono stati accertati diversi feriti, almeno 17, incluse donne partorienti, ma il bilancio rischia di aumentare. “Un’atrocità”, ha tuonato il leader ucraino, che ha rinnovato l’appello agli occidentali a “chiudere i cieli” per non rendersi “complici”. “Avete il potere di farlo, ma sembra che stiate perdendo l’umanità”, ha commentato sconsolato. L’attacco all’ospedale è un altro durissimo colpo ad una città in condizioni “apocalittiche” a causa dell’assedio russo, come ha constatato la Croce Rossa.
1 /8 Guerra Russia-Ucraina, attaccato ospedale pediatrico a Mariupol
AP Photo/Evgeniy Maloletka
Per il quinto giorno consecutivo è fallito il tentativo di un’evacuazione di massa, perché “siamo sotto continuo attacco”, ha affermato il vicesindaco di Sergiy Orlov, che ha parlato di 1.300 morti dall’inizio del conflitto. Decine seppelliti in fosse comuni perché gli obitori sono “strapieni”. Con i residenti senza acqua, riscaldamento ed elettricità. “Oltre 400.000 persone in ostaggio”, ha denunciato Kiev. Per i russi, invece, la narrativa sul disastro umanitario continua ad essere opposta: è tutta colpa delle “orribili azioni dei nazionalisti” ucraini, che costringono i civili a restare per costruire barricate, ha sostenuto il ministero della Difesa di Mosca.
Per il segretario di stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, si è trattato di un attacco “inaccettabile”. Ci sono “poche cose più ignobili che prendere di mira i vulnerabili e gli indifesi”, ha tuonato il premier britannico Boris Johnson sottolineando che Vladimir Putin “dovrà rendere conto per i suoi terribili crimini” e annunciando che il Regno Unito “sta valutando un maggiore sostegno all’Ucraina per difendersi dagli attacchi aerei”. Dura la condanna anche della Casa Bianca: “Orribile vedere l’uso barbaro della forza contro civili innocenti”, ha detto la portavoce Jen Psaki.
La versione di Mosca è di tutt’altro segno: durante il suo briefing, riferisce Cnn online, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha affermato che “a Mariupol, i battaglioni nazionali ucraini, dopo aver espulso il personale e i pazienti dall’ospedale di maternità vi hanno stabilito posizioni di combattimento”. Zakharova ha inoltre affermato che ci sono “numerosi video che confutano i falsi ucraini, confermando che i crimini di Kiev contro i suoi cittadini sono abbondantemente di dominio pubblico”. Eppure video girati nell’ospedale dopo l’attacco mostrano chiaramente che nella struttura c’erano personale e pazienti, comprese donne in gravidanza. Non a caso Zelensky ha parlato dell’attacco come di un “crimine di guerra”.