“Quella di oggi, più che una manifestazione, è il funerale della pesca italiana. Stiamo già subendo riduzione di giornate di lavoro e aumento dei costi di gestione. Il gasolio ci ha messo al tappeto“, dice un armatore di Monopoli, Giuseppe Danesi. Lui come altri oggi ha raggiunto Roma da diverse parti d’Italia per riunirsi in presidio a Piazza Sant’Apostoli per chiedere l’intervento del governo a sostegno della filiera, duramente colpita dagli aumenti dei carburanti. I pescherecci sono fermi questa settimana in molte marinerie della penisola per uno sciopero nazionale proclamato dal settore. “Noi chiediamo una soluzione al governo, con questi costi non possiamo andare avanti“, spiega un pescatore di Anzio. Di fatto, dicono “si lavora per pagare il gasolio” e anche il personale “è in difficoltà”, dice ancora Lucio Di Giovanni, Associazione armatori di Pescara, perché “si tolgono le spese dall’incasso totale e vengono ripartire per il personale imbarcato” quindi “lo stipendio è molto scarso”.

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