Lo ha comunicato il gruppo energetico, come riporta Reuters, decidendo di non stipulare più nuovi contratti. Mentre sul gas "segue da vicino gli sviluppi" dell'invasione. La scorsa settimana la società aveva già annunciato che sarebbe uscita dall'azionariato di Blue Stream, di comproprietà di Gazprom
Eni ha sospeso l’acquisto di petrolio dalla Russia e “segue da vicino gli sviluppi” dell’invasione dell’Ucraina per quanto riguarda l’approvvigionamento del gas. Lo ha comunicato il gruppo energetico, come riporta Reuters. “Eni – si legge – ha sospeso la stipula di nuovi contratti relativi all’approvvigionamento di petrolio e prodotti petroliferi dalla Russia. La scelta del gruppo va oltre le sanzioni europee imposte finora a Mosca in seguito alla guerra scatenata in Ucraina, che finora non hanno toccato le esportazioni di materie prime energetiche.
Al momento quindi Eni ha deciso di chiudere gli acquisti di petrolio, ma non di congelare l’acquisto di gas da Gazprom, con la quale ha contratti a lungo termine. La scorsa settimana Eni aveva già annunciato che sarebbe uscita dall’azionariato di Blue Stream, il gasdotto che trasporta gas russo fino alla Turchia e di comproprietà di Gazprom. Il gas russo copre il 45% del fabbisogno dell’Unione Europea, una percentuale simile a quella italiana che si assesta attorno al 40.
Non a caso in questi giorni i leader Ue stanno discutendo di come rendersi maggiormente indipendenti dalle fonti energetiche russe, ad iniziare proprio dal gas, nel breve-medio periodo. Fin dai primi giorni dell’invasione decisa da Vladimir Putin, l’Italia ha provato a diversificare il proprio approvvigionamento di gas. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha fatto un viaggio in Algeria e martedì mattina il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto un colloquio con il presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev.
Mosse per prepararsi a reggere l’impatto della guerra e riuscire così a calmierare il prezzo del gas. Giovedì Draghi è atteso in Francia per partecipare al vertice europeo straordinario di Versailles al centro del quale, ci saranno – appunto – l’energia, nonché altri aspetti connessi al conflitto come i flussi di rifugiati e un monitoraggio degli effetti delle sanzioni decise per Mosca. L’esecutivo sarebbe al lavoro per rimpiazzare entro primavera circa 16 miliardi di metri cubi di gas da altri fornitori. Di qui, i contatti continui con numerosi Paesi.