Il Corriere della Sera ha intervistato lo scrittore britannico che nel suo Per niente al mondo racconta di un conflitto nucleare che minaccia la Terra: "Abbiamo visto il leader russo in una enorme stanza con tutti i suoi uomini all’estremo opposto: e questo mostra l’isolamento che ha creato per se stesso. Tutte quelle persone erano come scimmie ammaestrate: era molto strano..."
Capita coi grandi scrittori di leggere romanzi che sembrano in qualche modo anticipare la realtà. Ed è così per Ken Follett che nel suo Per niente al mondo racconta di un conflitto atomico che minaccia la Terra. Il Corriere della Sera ha intervistato il grande scrittore britannico: “Vorrei che la mia profezia non fosse così accurata! Sarei molto più contento se il mondo non si fosse rivelato così come l’ho dipinto. È un po’ diverso, tuttavia: pensavo che il pericolo venisse dalla Cina, mentre invece è arrivato dalla Russia. E inoltre nel mio libro tutti i leader nazionali cercano di evitare una guerra: ma nelle ultime due settimane abbiamo un leader, Putin, che non ha cercato di evitare la guerra, bensì è stato intento a combatterla. Ma ciò che è simile al mio libro è il ruolo dell’escalation, il modo in cui una parte fa qualcosa e l’altra parte risponde: e tutto peggiora ogni volta”. Lo scrittore si dice molto preoccupato che Putin possa fare “qualcosa di peggio rispetto a quello che ha fatto fino a ora” e lo paragona a “Robert Mugabe, il dittatore dello Zimbabwe: perché lui aveva uno stretto controllo sul suo Paese e perché i suoi anni di potere assoluto lo avevano cambiato. Il potere assoluto corrompe: ma quello che ha in mano Putin rende le persone leggermente folli”. Poi, un’immagine di Putin: “Lo abbiamo visto in una enorme stanza con tutti i suoi uomini all’estremo opposto: e questo mostra l’isolamento che ha creato per se stesso. Tutte quelle persone erano come scimmie ammaestrate: era molto strano, un uomo razionale comprenderebbe che non è questa l’immagine da dare del proprio governo. Credo che Putin sia al confine dell’irrazionalità“. Una prospettiva “terrificante”. Se da un lato tutto questo “ha unito e rafforzato l’Occidente: tutti stanno migliorando la loro difesa, ora sappiamo che abbiamo bisogno della Nato”, dall’altro, conclude Follett, “possiamo sperare che Putin non sia pazzo“.