L'inchiesta riguarda una quindicina di episodi sui disordini scoppiati in Val di Susa nei mesi passati. La Procura aveva contestato anche l'associazione eversiva, ma il gip ha fatto cadere l'ipotesi di reato
La Digos della questura di Torino ha eseguito 13 misure cautelari nei confronti di appartenenti al centro sociale Askatasuna. Tra gli altri è stato arrestato Giorgio Rossetto, 60 anni, leader di Askatasuna e di Autonomia Contropotere, è attivista da più di 40 anni, protagonista delle lotte antinucleariste negli anni Ottanta, delle prime occupazioni dei centri sociali a Torino e della nascita del Movimento No Tav in Val di Susa, oltre che delle contestazioni studentesche della Pantera e dell’Onda. Oltre a Rossetto è finito in carcere Umberto Raviola, anche lui volto noto del centro sociale, mentre sono stati posti ai domiciliari Donato Laviola, 33 anni, e Alice Scavone, 30 anni. Le altre nove misure cautelari sono invece obblighi di firma e divieti di dimora.
Tra le accuse ci sono i disordini scoppiati in Valle di Susa nei mesi scorsi. L’indagine, coordinata dalla Procura di Torino, riguarda reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e violenza privata aggravata, commessi sia nel capoluogo piemontese che nell’ambito della mobilitazione contro la Tav in Val di Susa. In merito alle azioni nei cantieri Tav di Chiomonte e San Didero, il materiale video-fotografico e i sequestri effettuati durante le perquisizioni – spiega la questura – hanno consentito di raccogliere elementi per dimostrare l’utilizzo di artifici pirotecnici, materiale infiammabile, pietre e bulloni, fionde, frombole, tubi da lancio per razzi e altri strumenti da lancio artigianali.
La procura di Torino aveva ipotizzato anche l’associazione eversiva. Il gip Stefano Vitelli ha ritenuto di procedere soltanto per i reati di resistenza aggravata e pubblico ufficiale e violenza privata aggravata. A quanto si apprende da fonti vicine agli inquirenti, la procura sta valutando di presentare ricorso. Sono una quindicina gli episodi, dal 2020 a oggi, contestati ai tredici indagati. La Digos torinese ha depositato in Procura circa diecimila pagine di informative sulle lotte No Tav in Val Susa e a Torino.
Nella foto in alto: bandiere ad un evento del centro sociale Askatasuna, a Torino.