I prezzi al consumo negli Stati Uniti in febbraio sono saliti dello 0,8% su gennaio e del 7,9% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. L’inflazione Usa tocca così il valore più elevato degli ultimi 40 anni. I dati sono in linea con le attese degli analisti e mostrano un’accelerazione rispetto al +7,5% di gennaio. Le pressioni sui prezzi derivano soprattutto da benzina, prodotti alimentari e costi degli affitti. Escludendo le componenti più volatili (alimentari ed energia) l’inflazione si colloca al 6,4%. Secondo le previsioni degli economisti quello di febbraio avrebbe dovuto rappresentare il picco del ritmo di incremento dei prezzi ma le ripercussioni della guerra lasciano ora presagire un’inflazione ancora più alta nei prossimi mesi. In febbraio i prezzi della benzina sono aumentati del 6,6% rispetto al mese precedente, gli alimentari dell’ 1%.
Per combattere le crescenti pressioni sui prezzi, la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse la prossima settimana per la prima volta dal 2018. Nonostante le incertezze geopolitiche la Fed potrebbe aumentare la velocità e l’intensità della stretta se gli shock dei prezzi energetici dovessero portare a un’inflazione più elevata e persistente, ma potrebbero anche adottare un approccio più cauto se il calo del sentimento dei consumatori e il calo dei salari reali inizieranno a pesare sulla crescita mentre la guerra si trascina. Alcuni di questi potrebbero riflettere i picchi dei prezzi dell’energia derivanti dai primi giorni dell’invasione russa durante l’ultima settimana del mese.