Sono 53.127 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 54.230, mentre una settimana, ovvero venerdì 4 marzo, erano 38.095: un aumento pari al 39%. Le vittime sono invece 156 (ieri erano state 136). “Durante questa settimana c’è stata un’inversione nell’andamento della curva, che nelle scorse settimane era in decrescita mentre ora vediamo una curva che ricomincia a salire. Anche a livello europeo alcuni Paesi segnalano una ricrescita nella curva dei nuovi casi, in coerenza con il dato italiano” dice il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, commentando i dati del monitoraggio settimanale. La circolazione del virus “resta comunque più intensa nelle fasce d’età più giovani e in tutte le Regioni – rileva – si evidenzia una crescita del numero di nuovi casi”.

Sono 425.638 i tamponi molecolari e antigenici effettuati, ieri erano stati 453.341. Il tasso di positività è al 12,5%, in lieve aumento rispetto al 12% di ieri. Sono invece 527 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 19 in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 35. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.274, ovvero 140 in meno rispetto a ieri. “Sta crescendo la diffusione della sotto variante Omicron BA.2, che le evidenze internazionali ci segnalano come maggiormente trasmissibile rispetto alla Omicron BA.1″ ha affermato Brusaferro. “C’è una variabilità nell’intensità della circolazione” di Sars-CoV-2 “tra le varie regioni, ma in tutte si evidenzia una crescita nel numero di nuovi casi d’infezione“. “Quando vediamo invece il dato” che descrive “l’impegno dei servizi sanitari” per i pazienti Covid “nelle terapie intensive e nelle aree mediche, censiamo una diminuzione”, ha puntualizzato lo scienziato.

“Il numero di nuovi vaccinati questa settimana è piuttosto limitato e rimane abbastanza contenuto il numero di bambini tra 5 e 11 anni che hanno iniziato il ciclo vaccinale, mentre rimane fortunatamente elevato il numero di persone sopra i 50 anni che hanno completato il ciclo vaccinale – ha dichiarato il presidente dell’Istituto superiore di sanità -. Il numero di persone che non ha invece ancora iniziato il ciclo vaccinale rimane costante ed è pari a qualche milione, e questo rappresenta un fattore di rischio importante”.

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