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Germania, i casi di coronavirus salgono per il nono giorno consecutivo mentre il governo studia il ritorno alla normalità

L’incidenza settimanale ogni centomila abitanti è di nuovo a 1.439 con punte di 2.033 nel Meclemburgo Pomerania. E il numero di morti quotidiano oscilla tra i 200 e i 250. La situazione agita le istituzioni proprio mentre si discute la decadenza delle restrizioni dal prossimo 20 marzo

Le nuove infezioni Covid 19 salgono in Germania per il nono giorno di fila. L’incidenza settimanale ogni centomila abitanti è di nuovo a 1.439 con punte di 2.033,7 in Meclemburgo Pomerania. Il ministro della sanità Karl Lauterbach (SPD) ha dichiarato che “la situazione è oggettivamente molto peggiore dell’atmosfera” e la Germania è ancora in una situazione critica. Ogni giorno muoiono tra i 200 e le 250 persone in connessione col Covid e per il ministro la settimana prossima i decessi prevedibilmente aumenteranno.

Appena due giorni fa la coalizione di Governo si era accordata per cercare di tornare il più possibile alla normalità prevedendo che dal 20 marzo decadano quasi tutte le misure di contenimento dell’infezione – fatto salvo l’obbligo di mascherina FFP2 sui mezzi pubblici e le restrizioni e controlli all’accesso in case di cura e ospizi- e che solo dove si registra una variante con maggiore patogenicità i Länder possano riapplicare tutte le restrizioni. La nuova norma di tutela dalle infezioni (IfG) è stata presentata ai parlamentari per eventuali emendamenti e dovrà essere avallata dal Bundestag la settimana prossima a valere fino al 23 settembre.

Con la legge si mira a regolare anche il rilevamento del tasso di vaccinazioni contro il SARS-Cov2 nei centri di cura, prevedendo che il Robert Koch Institut riceva ogni mese dati in forma anonima da ogni struttura su quanti sono sia gli addetti che i pazienti vaccinati, li raccolga, e li dia poi ai Länder ed al ministero della Sanità. La situazione rischia di essere aggravata ulteriormente dal rapido afflusso di rifugiati dall’Ucraina, ormai più di 110mila, dei quali solo il 30% circa ha già avuto due vaccinazioni anti-Covid.

Anche il professor Lothar Wieler, capo del Robert Koch Institut, ha ribadito che “la vaccinazione è e resta la via migliore e più sicura verso l’immunità”, tanto più per chi abbia malattie pregresse. Il sottotipo di Omicron BA2 è più infettivo del precedente BA1 e soprattutto nella fascia dei più anziani – che hanno un sistema immunitario più debole – sta aumentando il tasso di ricoveri, probabilmente a causa dell’alleggerimento delle misure già intervenuto in molti luoghi ed alla modifica dei comportamenti di tante persone che ritengono che il Covid sia già scomparso. Intervistato dalla ARD, il professor Carsten Watzl, direttore del dipartimento di ricerche immunologiche dell’Università tecnica di Dortmund, ha osservato a sua volta che anche se BA2 non porta di per sé a decorsi più gravi ed anzi è respinto più di BA1 dalle vaccinazioni, far cadere tutte le misure di prevenzione dal 20 marzo mentre i casi hanno ripreso a salire potrebbe portare a una nuova crescita esponenziale di contagi. Watzl ha osservato che i modelli epidemiologici segnalano già adesso che l’incidenza salirà ancora nelle prossime due settimane.

Tanto più che le nuove vaccinazioni sono rallentate, nonostante la commercializzazione del vaccino Novavax. Solo il 57,7% della popolazione ha avuto tre dosi, mentre le due dosi sono state ricevute dal 75,7%. Anche se la situazione negli ospedali non è come all’apice registrato il 4 gennaio 2021 – 5.744 persone in terapia intensiva allora, meno della metà, 2.118, l’11 marzo – abbassando la guardia esiste ancora il rischio di una nuova emergenza.