In alcuni Paesi si potrà incitare alla violenza contro gli “invasori russi”, compreso Vladimir Putin, e anche contro il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Lo ha deciso Meta ammorbidendo la policy di utilizzo di Facebook e Instagram dopo l’invasione dell’Ucraina. Ad annunciarlo sono stati gli stessi responsabili del social media, innescando la reazione della Russia che è pronta a dichiarare Meta “organizzazione estremista” e ha già limitato l’accesso a Instagram.
“Consentiremo in via temporanea alcune forme di espressione politica che altrimenti violerebbero le nostre politiche”, afferma Facebook, precisando che fra le espressione consentite c’è la “morte degli invasori russi”, ma anche – si sottolinea – quella del presidente Putin e di Lukashenko. “Si tratta di misure temporanee per difendere la libertà di espressione delle persone che stanno affrontando questa situazione – ha precisato Meta – Come di consueto, stiamo vietando gli appelli alla violenza contro i russi al di fuori dello stretto contesto dell’invasione in corso”.
La decisione della società statunitense ha provocato la reazione del Cremlino. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, rende noto la Tass, ha annunciato che Mosca prenderà “un’azione decisiva” se Facebook e Instagram, gestiti da Meta, non bloccheranno la possibilità di incitare alla violenza contro i russi, compreso il personale militare.
Alle parole di Peskov è seguito subito un atto formale con il procuratore generale russo che ha chiesto di riconoscere Meta come “organizzazione estremista”, si legge in una nota. “Quello che Meta sta facendo è chiamato ‘incitamento all’odio razziale che nella legislazione russa si qualifica come estremismo”, ha detto il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin. Alla richiesta del procuratore ha fatto seguita la decisione del Roskomnadzor, l’ente che controlla le comunicazioni, di limitare l’accesso a Instagram nel territorio della Federazione Russa.
Il Roskomnadzor ha dato tempo fino alla mezzanotte del 14 marzo agli utenti della piattaforma per trasferire il loro materiale fotografico e video su altri social, riferisce l’agenzia russa Tass: “Poiché gli utenti attivi di Instagram avranno bisogno di tempo per trasferire i loro materiali fotografici e video ad altri social network, notificare il trasferimento ai loro contatti e abbonati, Roskomnadzor ha deciso di completare la procedura per limitare all’accesso a Instagram alle 00:00 del 14 marzo, fornendo agli utenti ulteriori 48 ore del periodo di transizione”, si legge in una nota.
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Guerra Russia-Ucraina, Mosca limita l’accesso a Instagram dopo che Meta ha cambiato norme permettendo “incitare alla morte di Putin”
Ad annunciarlo sono stati gli stessi responsabili del social media, innescando la reazione del procuratore generale russo che ha chiesto di dichiarare Facebook e Instagram "organizzazioni estremiste". "Quello che Meta sta facendo è chiamato 'incitamento all’odio razziale", ha detto il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin
In alcuni Paesi si potrà incitare alla violenza contro gli “invasori russi”, compreso Vladimir Putin, e anche contro il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Lo ha deciso Meta ammorbidendo la policy di utilizzo di Facebook e Instagram dopo l’invasione dell’Ucraina. Ad annunciarlo sono stati gli stessi responsabili del social media, innescando la reazione della Russia che è pronta a dichiarare Meta “organizzazione estremista” e ha già limitato l’accesso a Instagram.
“Consentiremo in via temporanea alcune forme di espressione politica che altrimenti violerebbero le nostre politiche”, afferma Facebook, precisando che fra le espressione consentite c’è la “morte degli invasori russi”, ma anche – si sottolinea – quella del presidente Putin e di Lukashenko. “Si tratta di misure temporanee per difendere la libertà di espressione delle persone che stanno affrontando questa situazione – ha precisato Meta – Come di consueto, stiamo vietando gli appelli alla violenza contro i russi al di fuori dello stretto contesto dell’invasione in corso”.
La decisione della società statunitense ha provocato la reazione del Cremlino. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, rende noto la Tass, ha annunciato che Mosca prenderà “un’azione decisiva” se Facebook e Instagram, gestiti da Meta, non bloccheranno la possibilità di incitare alla violenza contro i russi, compreso il personale militare.
Alle parole di Peskov è seguito subito un atto formale con il procuratore generale russo che ha chiesto di riconoscere Meta come “organizzazione estremista”, si legge in una nota. “Quello che Meta sta facendo è chiamato ‘incitamento all’odio razziale che nella legislazione russa si qualifica come estremismo”, ha detto il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin. Alla richiesta del procuratore ha fatto seguita la decisione del Roskomnadzor, l’ente che controlla le comunicazioni, di limitare l’accesso a Instagram nel territorio della Federazione Russa.
Il Roskomnadzor ha dato tempo fino alla mezzanotte del 14 marzo agli utenti della piattaforma per trasferire il loro materiale fotografico e video su altri social, riferisce l’agenzia russa Tass: “Poiché gli utenti attivi di Instagram avranno bisogno di tempo per trasferire i loro materiali fotografici e video ad altri social network, notificare il trasferimento ai loro contatti e abbonati, Roskomnadzor ha deciso di completare la procedura per limitare all’accesso a Instagram alle 00:00 del 14 marzo, fornendo agli utenti ulteriori 48 ore del periodo di transizione”, si legge in una nota.
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Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato salutato, al termine del suo intervento, da una standing ovation all Teatro Pirandello di Agrigento. Tutti in piedi per salutare il Capo dello Stato che ha raggiunto anche le ultime file con i sindaci che indossano il tricolore per una stretta di mano.
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - "Viviamo un tempo in cui tutto sembra esprimersi ed esaurirsi sull’istante del presente. In cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero piuttosto che porsi al servizio della conoscenza. La cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà. Ad Agrigento, in Sicilia, in tutto il nostro Paese, nella nostra amata Italia". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'inaugurazione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025.
"Guardiamo con speranza a questo anno da vivere insieme -ha concluso il Capo dello Stato- con la voglia di accogliere, di conoscere, di dialogare, di compiere un percorso affascinante, in compagnia gli uni degli altri".
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - "In un luogo, come Agrigento, ove il patrimonio monumentale è dominante, potrebbe prevalere la convinzione che cultura sia ammirazione delle vestigia del passato. Ma la cultura non ha lo sguardo volto all’indietro. Piuttosto ha sempre sollecitato ad alzarlo verso il domani". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'inaugurazione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025.
"Diceva Thomas Eliot: 'Se smettiamo di credere al futuro, il passato cesserà di essere il nostro passato: diventerà il passato di una civilizzazione estinta'. Ricordare, tener conto delle lezioni del passato è fondamentale -ha sottolineato il Capo dello Stato- ma la storia è levatrice dell’avvenire. Essere fedeli alla propria storia significa, appunto, costruire il futuro. Nel nostro caso l’Italia, con i giacimenti culturali che ovunque la contraddistinguono, è essa stessa lezione di dialogo, di pace, di dignità, per l’oggi e per il domani".
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - Agrigento capitale della cultura 2025 è "la grande occasione per non fallire". Lo ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli alla cerimonia di inaugurazione di Agrigento capitale della cultura 2025.
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - "È cultura il sapere di chi è aperto alla conoscenza del mondo, di chi ha sete di conoscere altri uomini, di chi sa che la vita è frutto dell’incontro. La cultura, cioè, è la vita. Un sentiero in cui l’uomo è in perenne movimento, a contatto con la propria storia, con quella degli altri. Le scoperte e la loro condivisione accrescono le opportunità. Non è una condizione statica, non è l’inerzia che nutre la storia, bensì la crescita del sapere che si trasmette e si diffonde. La crescita dell’incontro, del dialogo. Il cammino di Agrigento nei secoli ne è testimonianza. L’Akragas dei greci. L’Agrigentum dei romani. La Kerkent degli arabi. La Girgenti siciliana di secoli addietro". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'inaugurazione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025.
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - "Mai come adesso comprendiamo l’urgenza di un riequilibrio, di un nuovo sviluppo che potrà essere veramente tale solo se sarà sostenibile sul piano ambientale e sociale. Mai come adesso abbiamo coscienza del fatto che l’opera delle istituzioni e le politiche pubbliche sono importantissime e tuttavia non basteranno se non verranno sostenute da una corale responsabilità dei cittadini". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'inaugurazione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025.
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - "Agrigento intende parlare al resto del Paese e all’Europa di cui è parte. Agrigento, centro irradiatore dell’antica civiltà greca già nel sesto secolo avanti Cristo. L’Akragas di Empedocle, che definì 'radici' i quattro elementi che indicava come costitutivi del tutto: il fuoco, l’aria, la terra, l’acqua. Questi quattro elementi sono ora stilizzati nel logo ufficiale di Agrigento Capitale della Cultura: per Empedocle l’unità degli elementi era la scintilla della nascita di ogni cosa, la separazione invece era causa di morte. Un simbolo che ripropone la necessità di ricomporre, di rigenerare coesione, di procedere insieme". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'inaugurazione di Agrigento capitale italiana della cultura 2025.
"Lo chiede -ha proseguito il Capo dello Stato- il ricordo dei morti delle guerre che insanguinano l’Europa, il Mediterraneo e altre numerose purtroppo regioni del pianeta. Lo impongono le tragiche violazioni dei diritti umani che cancellano dignità, e la stessa vita. Lo esigono le diseguaglianze esistenti, crescenti. Le povertà estreme, le marginalità. Lo richiede il lamento della terra, violata dallo sfruttamento senza limite delle risorse, con le sue catastrofiche conseguenze, a partire dal mutamento climatico. La cultura è una sorgente di umanità cui attingere per dotarci di nuovo, indispensabile dinamismo".