C’è una classe elementare in Sicilia dove tutti i bambini sono stati accorpati con un criterio molto specifico: sono 22 e tutti figli di persone pregiudicate per reati gravi. Un’autentica “classe-ghetto” di cui Salvatore Inguì, direttore dell’Ufficio del Servizio sociale per i minorenni di Palermo, ha riferito alla commissione Antimafia regionale: “Mi ha chiamato la settimana scorsa un insegnante e mi ha fatto un elenco di bambini. Guarda caso tutti questi bambini sono in una sola classe elementare, iniziano la prima elementare e hanno messo in questa classe solo bambini di questo tipo”. È una nitida fotografia delle periferie siciliane, messa a fuoco nella relazione della Commissione che mercoledì ha presentato le conclusioni dell’indagine sulla condizione minorile sull’isola, la regione che ha il primato della dispersione scolastica e presenta uno dei più alti rischi di reclutamento da parte della criminalità organizzata. L’organo presieduto da Claudio Fava ha lavorato per otto mesi, dal luglio 2021 fino al febbraio 2022, e ha sentito 65 persone tra magistrati minorili, dirigenti scolastici, amministratori e rappresentanti delle associazioni, con la collaborazione della magistrata Teresa Principato, ex pm della Direzione nazionale antimafia andata in pensione a gennaio. Un’indagine che parte da un dato di Openpolis, secondo il quale la Sicilia nel 2020 ha raggiunto un tasso di dispersione scolastica pari al 19,4%. Questo prima della pandemia, che nel frattempo ha avuto ripercussioni gravi “soprattutto nelle fasce sociali più deboli”.
È lo scorso ottobre quando Inguì riporta il caso dei 22 bambini raggruppati in base ai reati commessi dai genitori: “Hanno fatto una classe differenziata, sostanzialmente”. La scuola in questione si trova a Sappusi, un quartiere di Marsala. Una di quelle periferie in cui può risultare impossibile uscire dal disagio: “L’ascensore sociale si è fermato ai piani alti”, si legge nelle conclusioni della Commissione. Un contesto impenetrabile grazie ai vuoti istituzionali e che diventa terreno fertile del reclutamento mafioso. Proprio qui infatti gli “uomini d’onore” sono venerati come idoli: “Qui i ragazzi non vanno a scuola, compiono innumerevoli reati, soprattutto quelli legati allo spaccio di stupefacenti, sotto il controllo delle organizzazioni criminali. Hanno come mito personaggi storici, come Nitto Santapaola… spessissimo ho sentito dire a dei ragazzi che noi incontriamo che quelle sono persone che hanno fatto del bene alla città”, dice alla Commissione Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i minorenni di Catania. Che va a fondo: “In questi quartieri di fatto – mi spiace dirlo – si entra soltanto per controlli formali e non si riesce ad evitare che si svolgano le più svariate attività illegali, dalla minuta alla più grave, con il coinvolgimento dei minorenni. I ragazzi non vanno a scuola, guidano macchine o motorini senza avere la patente, vanno a cavallo, guidano calessi… Non ci sono controlli, se non molto sporadici…”.
Nessun controllo, dunque, a fronte di protocolli farraginosi e carenza di personale nelle aziende sanitarie e nei Comuni, dove il servizio di assistenza sociale è molto carente. Mentre chi si rimbocca le maniche per cercare di contrastare questa dispersione si trova di fronte a enormi ostacoli, come nell’incredibile caso di una scuola di Mazzarona, un quartiere degradato di Siracusa, raccontato da Cristina Aripoli, la coordinatrice dei servizi educativi associazione “Arciragazzi”: “Per la prima volta, dopo tantissimi anni, nasceva all’interno una rete associativa, ma cinque anni fa accade che a causa di pressioni di provenienza della criminalità del quartiere, improvvisamente la scuola è diventata inagibile, e, quindi, tutto lo stabile che era stato destinato alle attività aggregative, educative e anche alla scuola stessa, è stato chiuso…”. Eppure tutto parte da qui, come sottolinea la commissione: “Il luogo che dovrebbe educare le coscienze, formare i ragazzi, farli diventare dei cittadini. Bisogna partire dalla Scuola. Il contrasto alla dispersione scolastica deve diventare un obiettivo prioritario”.
La prima urgenza è dunque risolvere la grave carenza di personale nelle strutture che dovrebbero fornire un supporto sociale, come nel caso di Messina, dove l’Azienda sanitaria provicniale fornisce una sola psicologa due volte a settimana per tutta la provincia. O come a Gela dove non esiste nemmeno una pianta organica fissa, sebbene sia una città ad altissimo rischio dispersione: “Noi come servizio sociale andiamo lì in missione, quindi andiamo due-tre volte la settimana, quando abbiamo la macchina, perché abbiamo avuto problemi anche con l’autovettura e praticamente lavoriamo solo una o due volte la settimana nel territorio”, ha raccontato Cinzia Roccaro, direttore Ufficio di Servizio sociale per i minorenni di Caltanissetta. “Offrire supporto psicologico e assistenza specialistica ai ragazzi e alle loro famiglie, coordinare una volta per tutte le istituzioni che a vario titolo si occupano del fenomeno e, soprattutto, creare luoghi di aggregazione nei quartieri più a rischio” sono le priorità, secondo Roberta Schillaci, componente per il M5s della commissione Antimafia in Assemblea regionale. “Di questi ragazzi ci saremo fatti davvero e definitivamente carico quando restituiremo a ciascuno di loro un diritto di cittadinanza pieno, progressivo, positivo. Non più figli di un dio minore ma figli di tutti. Anzitutto nostri”, conclude la relazione.
Scuola
Marsala, il caso della “classe-ghetto” sollevato dalla Commissione antimafia siciliana: tutti e 22 i bambini sono figli di pregiudicati
La storia simbolo delle periferie siciliane è contenuta nella relazione della Commissione sulla dispersione scolastica: un’indagine durata otto mesi e partita da un dato di Openpolis, secondo cui la regione nel 2020 ha raggiunto un tasso di abbandono pari al 19,4%. Il contesto di alcuni quartieri rimane impenetrabile grazie ai vuoti istituzionali e diventa terreno fertile del reclutamento mafioso. “Qui l’ascensore sociale si è fermato ai piani alti”
C’è una classe elementare in Sicilia dove tutti i bambini sono stati accorpati con un criterio molto specifico: sono 22 e tutti figli di persone pregiudicate per reati gravi. Un’autentica “classe-ghetto” di cui Salvatore Inguì, direttore dell’Ufficio del Servizio sociale per i minorenni di Palermo, ha riferito alla commissione Antimafia regionale: “Mi ha chiamato la settimana scorsa un insegnante e mi ha fatto un elenco di bambini. Guarda caso tutti questi bambini sono in una sola classe elementare, iniziano la prima elementare e hanno messo in questa classe solo bambini di questo tipo”. È una nitida fotografia delle periferie siciliane, messa a fuoco nella relazione della Commissione che mercoledì ha presentato le conclusioni dell’indagine sulla condizione minorile sull’isola, la regione che ha il primato della dispersione scolastica e presenta uno dei più alti rischi di reclutamento da parte della criminalità organizzata. L’organo presieduto da Claudio Fava ha lavorato per otto mesi, dal luglio 2021 fino al febbraio 2022, e ha sentito 65 persone tra magistrati minorili, dirigenti scolastici, amministratori e rappresentanti delle associazioni, con la collaborazione della magistrata Teresa Principato, ex pm della Direzione nazionale antimafia andata in pensione a gennaio. Un’indagine che parte da un dato di Openpolis, secondo il quale la Sicilia nel 2020 ha raggiunto un tasso di dispersione scolastica pari al 19,4%. Questo prima della pandemia, che nel frattempo ha avuto ripercussioni gravi “soprattutto nelle fasce sociali più deboli”.
È lo scorso ottobre quando Inguì riporta il caso dei 22 bambini raggruppati in base ai reati commessi dai genitori: “Hanno fatto una classe differenziata, sostanzialmente”. La scuola in questione si trova a Sappusi, un quartiere di Marsala. Una di quelle periferie in cui può risultare impossibile uscire dal disagio: “L’ascensore sociale si è fermato ai piani alti”, si legge nelle conclusioni della Commissione. Un contesto impenetrabile grazie ai vuoti istituzionali e che diventa terreno fertile del reclutamento mafioso. Proprio qui infatti gli “uomini d’onore” sono venerati come idoli: “Qui i ragazzi non vanno a scuola, compiono innumerevoli reati, soprattutto quelli legati allo spaccio di stupefacenti, sotto il controllo delle organizzazioni criminali. Hanno come mito personaggi storici, come Nitto Santapaola… spessissimo ho sentito dire a dei ragazzi che noi incontriamo che quelle sono persone che hanno fatto del bene alla città”, dice alla Commissione Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i minorenni di Catania. Che va a fondo: “In questi quartieri di fatto – mi spiace dirlo – si entra soltanto per controlli formali e non si riesce ad evitare che si svolgano le più svariate attività illegali, dalla minuta alla più grave, con il coinvolgimento dei minorenni. I ragazzi non vanno a scuola, guidano macchine o motorini senza avere la patente, vanno a cavallo, guidano calessi… Non ci sono controlli, se non molto sporadici…”.
Nessun controllo, dunque, a fronte di protocolli farraginosi e carenza di personale nelle aziende sanitarie e nei Comuni, dove il servizio di assistenza sociale è molto carente. Mentre chi si rimbocca le maniche per cercare di contrastare questa dispersione si trova di fronte a enormi ostacoli, come nell’incredibile caso di una scuola di Mazzarona, un quartiere degradato di Siracusa, raccontato da Cristina Aripoli, la coordinatrice dei servizi educativi associazione “Arciragazzi”: “Per la prima volta, dopo tantissimi anni, nasceva all’interno una rete associativa, ma cinque anni fa accade che a causa di pressioni di provenienza della criminalità del quartiere, improvvisamente la scuola è diventata inagibile, e, quindi, tutto lo stabile che era stato destinato alle attività aggregative, educative e anche alla scuola stessa, è stato chiuso…”. Eppure tutto parte da qui, come sottolinea la commissione: “Il luogo che dovrebbe educare le coscienze, formare i ragazzi, farli diventare dei cittadini. Bisogna partire dalla Scuola. Il contrasto alla dispersione scolastica deve diventare un obiettivo prioritario”.
La prima urgenza è dunque risolvere la grave carenza di personale nelle strutture che dovrebbero fornire un supporto sociale, come nel caso di Messina, dove l’Azienda sanitaria provicniale fornisce una sola psicologa due volte a settimana per tutta la provincia. O come a Gela dove non esiste nemmeno una pianta organica fissa, sebbene sia una città ad altissimo rischio dispersione: “Noi come servizio sociale andiamo lì in missione, quindi andiamo due-tre volte la settimana, quando abbiamo la macchina, perché abbiamo avuto problemi anche con l’autovettura e praticamente lavoriamo solo una o due volte la settimana nel territorio”, ha raccontato Cinzia Roccaro, direttore Ufficio di Servizio sociale per i minorenni di Caltanissetta. “Offrire supporto psicologico e assistenza specialistica ai ragazzi e alle loro famiglie, coordinare una volta per tutte le istituzioni che a vario titolo si occupano del fenomeno e, soprattutto, creare luoghi di aggregazione nei quartieri più a rischio” sono le priorità, secondo Roberta Schillaci, componente per il M5s della commissione Antimafia in Assemblea regionale. “Di questi ragazzi ci saremo fatti davvero e definitivamente carico quando restituiremo a ciascuno di loro un diritto di cittadinanza pieno, progressivo, positivo. Non più figli di un dio minore ma figli di tutti. Anzitutto nostri”, conclude la relazione.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.