"Vergognatevi, abbiamo la guerra alle porte e la Polonia prosegue sulle tracce della Russia", ha detto il costituzionalista Piotr Mikuli commentando la decisione sulla Gazeta Wyborcza. Ma il governo esulta. Così, secondo i media polacchi, non saranno implementate le sentenze della Corte di giustizia europea che più volte negli ultimi mesi imponevano sulle autorità polacche il ritiro delle "riforme" di giustizia in grado di minarne l’indipendenza
La Corte costituzionale polacca di nuovo contro il diritto e i trattati internazionali. Questa volta i giudici di Varsavia si sono scagliati contro una parte della Convenzione europea sui diritti dell’uomo sostenendo che questa non sia conforme con la costituzione nazionale. In particolar modo, si fa riferimento al passaggio in cui il testo garantisce a ogni cittadino il diritto ad un sistema di giustizia autonomo ed indipendente. In questo modo, sostengono i media polacchi, non saranno implementate le sentenze della Corte di giustizia europea che più volte negli ultimi mesi imponevano alle autorità polacche il ritiro delle “riforme” di giustizia in grado di minarne l’indipendenza.
“Vergognatevi, abbiamo la guerra alle porte e la Polonia prosegue sulle tracce della Russia“, ha detto il costituzionalista Piotr Mikuli commentando la decisione sulla Gazeta Wyborcza. Mikuli ricorda infatti che una sentenza simile fu pronunciata a Mosca nel 2015. Decisione che, invece, è stata accolta positivamente dall’esecutivo di Varsavia, con il ministro della giustizia, Zbigniew Ziobro, che auspicava tale esito.
Proprio sulla scarsa indipendenza della magistratura polacca e il mancato rispetto dello Stato di diritto era arrivata la decisione della Commissione europea, lo scorso dicembre, di aprire una procedura d’infrazione contro la Polonia a causa delle decisioni prese dalla Corte Costituzionale che violano, tra l’altro, il principio del primato del diritto Ue su quello dei singoli Paesi.