Il maxi processo “Gotha” è da rifare. O quanto meno il troncone che si è celebrato con il rito abbreviato. Ieri, infatti, la Corte di Cassazione ha annullato 10 condanne inflitte dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nel gennaio 2021. La più eclatante, senza dubbio, è quella di Giorgio De Stefano, l’avvocato che la Direzione distrettuale antimafia ha indicato come una delle due teste pensanti della ‘ndrangheta reggina. Per i pm, infatti, assieme a Paolo Romeo, imputato con il rito ordinario e condannato in primo grado a 25 anni di carcere, De Stefano era il “motore immobile del sistema criminale”. Entrambi erano stati descritti come “soggetti ‘cerniera’ in grado di interagire tra l’ambito ‘visibile’ e quello ‘occulto’ dell’organizzazione”.

In primo grado De Stefano era stato condannato a 20 anni di carcere, poi ridotti in appello a 15 anni e 4 mesi. Adesso la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna in relazione a tutti i fatti avvenuti fino al 2005, per i quali De Stefano è stato già stato giudicato e non poteva, quindi, essere processato una seconda volta. Per quanto riguarda, invece, la condotta contestata dal 2005 in poi, la sentenza di condanna è stata annullata con rinvio alla Corte d’Appello di Reggio Calabria davanti a cui si terrà un nuovo processo a carico di Giorgio De Stefano e di altri nove imputati: Antonino Nicolò (condannato in secondo grado a 13 anni e 10 mesi di carcere), Antonino Araniti (8 anni), Roberto Franco (13 anni e 8 mesi), Domenico Marcianò (9 anni e 4 mesi), Emilio Angelo Frascati (8 anni), l’ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina (2 anni), Lorena Franco (un anno e 4 mesi) e Giovanni Pellicano (10 mesi). Anche per loro la Cassazione ha stabilito che la sentenza della Corte d’Appello deve essere annullata. Esce dal processo definitivamente, inoltre, Pasquale Massimo Gira al quale, in appello, erano stati inflitti 2 anni e 4 mesi di carcere.

La Suprema Corte, infine, ha dichiarato prescritti i reati contestati agli imputati Alessandro Nicolò, Anna Rosa Martino (entrambi condannati in appello a 2 anni di reclusione) e Rosario Giovanni Rechichi. Le uniche quattro condanne definitive sono quindi quelle rimediate dal collaboratore di giustizia Roberto Moio (1 anno e 10 mesi), Giuseppe Smeriglio (1 anno e 4 mesi), Mario Vincenzo Stillitano (15 anni e 4 mesi di carcere) e Domenico Stillitano (14 anni e 4 mesi). Per i due fratelli Stillitano, la Corte di Cassazione ha giudicato il ricorso inammissibile dopo che la stessa Procura generale aveva chiesto l’annullamento parziale della condanna a causa del mancato riconoscimento del vincolo della continuità con la vecchia sentenza “Olimpia”.

“Gotha” è il maxiprocesso nato dalla riunione delle inchieste “Mamma Santissima”, “Reghion”, “Fata Morgana” e “Sistema Reggio” nell’ambito delle quali i carabinieri del Ros, la guardia di Finanza e la polizia avevano acceso un faro su quello che la Dda considera il “direttorio” della ‘ndrangheta, una struttura con una strategia programmatica che puntava ad alterare “l’equilibrio degli organi costituzionali”. Un impianto accusatorio che ora dovrà tenere in considerazione la sentenza della Cassazione.

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