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Teodosio Losito, le lettere inviate al compagno Alberto Tarallo e il testamento sono un falso? Chiesta intanto l’archiviazione per l’istigazione al suicidio

Secondo i documenti presentati al Tribunale del riesame, che comprendono la perizia svolta dalla criminologa Maria Caldarazzo, consulente del magistrato, la calligrafia di una delle missive che lo sceneggiatore scrisse al compagno Tarallo – che per altro ne lesse diversi stralci durante un’intervista concessa a Massimo Giletti a Non è l’Arena - "è frutto di una contraffazione"

di Francesco Canino

Le lettere indirizzate dallo sceneggiatore Teodosio Losito al compagno Alberto Tarallo e il suo testamento sono veri oppure sono dei falsi? È questa la domanda cui il pm romano Carlo Villani e la Guardia di Finanza da mesi provano a dare una risposta certa. I tempi per arrivare a una verità definitiva rischiano di essere lunghi e mentre lo scontro a colpi di perizie tra accusa e difesa si fa frontale, c’è già una prima clamorosa notizia che riguarda uno dei fascicoli principali aperti da Villani, quello sull’istigazione al suicidio di Losito (avvenuto l’8 gennaio del 2019 nella villa della coppia a Zagarolo). Il pubblico ministero ha infatti deciso di chiedere l’archiviazione dell’ipotesi, come riporta il dorso romano del Corriere della Sera: “Tarallo non forzò la mano, secondo l’accusa, allo sceneggiatore. O comunque questa eventualità non è in alcun modo dimostrabile”, scrive il quotidiano. Ad innescare le indagini erano state alcune confessioni fatte dagli attori Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, entrambi attori lanciati dalle fiction della Ares Film di Tarallo e Losito, durante il Grande Fratello Vip nell’autunno del 2019.

Proprio lo scoppio del cosiddetto “Ares Gate” spinse gli inquirenti ad aprire un fascicolo e una serie di indagini con interrogatori che videro coinvolti in quanto “persone informate sui fatti” tra gli altri Gabriel Garko, Barbara D’Urso, Giuliana De Sio, Eva Grimaldi e molte altre star delle serie di Canale 5 come Il bello delle donne e L’onore e il rispetto. Proprio quell’indagine ne aprì altre “a cascata”, compresa quella sui testamenti e le lettere di Losito. Secondo i documenti presentati al Tribunale del riesame, che comprendono la perizia svolta dalla criminologa Maria Caldarazzo, consulente del magistrato, la calligrafia di una delle missive che lo sceneggiatore scrisse al compagno Tarallo – che per altro ne lesse diversi stralci durante un’intervista concessa a Massimo Giletti a Non è l’Arena – “è frutto di una contraffazione“. “Dalle a alle c per finire alle o tutto farebbe insomma pensare che Tarallo abbia scritto l’una e le altre, cioè la sceneggiatura della sua fiction come pure le lettere a lui indirizzate di Losito”, spiega il Corriere riportando stralci della perizia. Tesi seccamente smentita dalla difesa di Alberto Tarallo, seguito dagli avvocati Daria Pesce e Franco Coppi, che hanno chiesto un controperizia alla grafologa forense Silvia Passerini, secondo cui le grafie della sceneggiatura e quella della lettera possiedono “caratteristiche individualizzanti di difficile alterazione volontaria” e dunque “non sono riconducibili alla mano di Alberto Tarallo”. Come finirà è difficile dirlo.

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