Non saranno Macron, Draghi, Merkel, Di Maio, Biden o il Papa a convincere Putin. L’unico che può fare qualcosa è il presidente della Cina, non ci sono dubbi. Poco prima dell’apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino, Xi Jinping e Vladimir Putin si erano incontrati per firmare quindici accordi di cooperazione significativi dal punto di vista geopolitico e commerciale. Lo stesso giorno dell’invasione russa, la Cina ha annunciato che avrebbe consentito l’importazione di grano dalla Russia. Questo tipo di cooperazione in questo momento è senza dubbio un’espressione di impegno reciproco.

Il ruolo di Xi nell’evoluzione del conflitto ucraino risulta cruciale. Mentre si intensificano le sanzioni dell’Ue contro la Russia, la Cina resta a questo punto il principale partner commerciale di Putin. L’impero di Xi ha forte ambizioni soprattutto dopo aver trasformato l’Africa da “nera” a “gialla” per i tanti interessi economici legati alle risorse naturali e alla sicurezza degli investimenti cinesi. In particolar modo i cinesi da diverso tempo sono impegnati nella vendita di armi e materiale ai paesi africani, diventando un attore chiave in questo settore. Finanziamenti e prezzi facilitati la rendono anche un fornitore attraente di armi leggere e di piccolo calibro.

Tra il 2016 e il 2020, secondo i dati dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), 21 nazioni subsahariane hanno ricevuto armi importanti da Pechino. La Cina rappresenta il 20% delle importazioni di armi degli Stati di questa regione, posizionandosi dietro la Russia (con il 30 per cento) ma davanti alla Francia (9,5 per cento) e agli Stati Uniti (5,4 per cento). E’ pur vero che Putin ha aspettato fino alla fine dei Giochi per lanciare la sua invasione, lasciando intendere che forse un qualche tipo di coordinamento potrebbe aver avuto luogo. Anche per questo Pechino sta lavorando per trovare una soluzione che riduca le vittime civili e garantisca l’incolumità dei seimila cittadini cinesi presenti nel Paese. La pandemia e le attuali tensioni intorno al petrolio e al gas hanno mostrato al mondo che l’interdipendenza economica ha un ruolo di primario interesse.

In effetti, l’asimmetria delle relazioni commerciali è vista sempre più come un’arma alternativa al conflitto militare. Da un lato si vede l’inasprimento delle sanzioni economiche di Usa e Ue, dall’altra le minacce di Mosca di chiudere il rubinetto del gas che fanno tremare in primis paesi come la Germania. Mentre Xi e Putin mostrano un rapporto fraterno, non dimentichiamo che Pechino gode anche di legami con Kiev visto che l’Ucraina offre un’opportunità commerciale per l’ambiziosa iniziativa economica di Xi.

Il commercio dell’Ucraina con la Cina nel 2020 è stato di 15,42 miliardi di dollari (11,37 miliardi di sterline). Nel 2021 il commercio agricolo tra Cina e Ucraina è aumentato del 33 per cento rispetto al 2020. La Cina è un partner commerciale chiave per l’Ucraina, fornendo il 14,4% delle sue importazioni e una destinazione per il 15,3% delle sue esportazioni. Per quanto riguarda la Bri la Cina nel 2018 ha investito nei porti ucraini. Cofco, il gigante agroalimentare statale cinese, ha investito 50 milioni di dollari a Mariupol.

La Cina quindi gioca sul fronte russo sostenendo Putin e denigrando l’allargamento della Nato, pur non avendo mai riconosciuto la Crimea. In questo momento l’orso russo è in difficoltà e il dragone è pronto a giocarci sfruttando le debolezze e l’isolamento di Putin. Se da una parte la Cina vede un ruolo da protagonista nella politica estera, dall’altro per la propria stabilità interna ha un aspetto a cui pensare legato al XX Congresso del Pcc e alle diverse anime che lo compongono e che Xi nel corso degli ultimi anni ha cercato di indebolire spesso sovrapponendo la propria figura a quella del Partito Comunista Cinese.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Guerra Russia-Ucraina, Zelensky accusa Mosca: “Attaccato un corridoio umanitario”

next
Articolo Successivo

Ucraina, non è una lotta tra buoni e cattivi: forse alcune delle cause sono anche a casa nostra

next