Durante la semifinale del Grande Fratello Vip c’è stato modo anche di un faccia a faccia molto toccante tra Alfonso Signorini e Manuel Bortuzzo. L’ex promessa del nuoto ha raccontato la disabilità sottolineando di preferire “il termine disabile a diversamente abile, perché le cose bisogna dirle per come sono, senza paura”.
Le sfide da affrontare, nella quotidianità, sono molte, dal semplice caffè al bar la mattina, dove magari se c’è un gradino per entrare sei costretto a rimaner fuori, al prendere il treno: “Non vorresti mai pesare sulle spalle delle altre persone, vorresti farcela da sola. Non è colpa tua, ma dovresti avere la possibilità di arrivare dove arrivano tutti”.
Anche la vita di coppia, quella che lo aspetta, si spera, fuori dalla Casa con Lulù Selassié, non sarà semplice, ammette. “Ad esempio quando entro in macchina devo mettere la carrozzina nel portabagagli e poi ritirarla fuori e se non posso farlo da solo dovrà metterla vicino alla portiera…”. “L’amore – dice – andrà oltre qualsiasi cosa. Poi io vorrei portarla al mare, ma poi in spiaggia? Anche il semplice avere la possibilità di arrivare vicino alla riva, non tutte le spiagge sono attrezzate, magari basterebbe mettere delle passerelle di plastica o di legno”.
Quindi Signorini affronta l’argomento spesso considerato un “tabù” del “sesso e disabilità“. Bortuzzo ne parla apparentemente con tranquillità: “In base al tipo di disabilità una persona ha le sue problematiche, come io ho le mie. “Io le sto affrontando perché sogno un futuro, in questo caso con Lulù con una famiglia. Io potrò avere figli ma non in modo naturale, con l’inseminazione artificiale“. Con Lulù, dice “ne ho parlato”, ma lei “risolve le cose con semplicità e con amore”. “Ma non tutte le persone sono Lulù”.
Durante l’intervista Signorini chiede anche a quanto ammonti il contributo statale. Bortuzzo parla chiaro: “Prendo poco rispetto a quelle che sono le mie esigenze. Mi danno di pensione di invalidità 200 euro più l’accompagnamento – spiega – Ci dovrei vivere un mese ma magari solo le medicine costano più di 500 euro”. Lui, dice ancora, è “fortunato” perché lavora e ha una famiglia, ma non tutti lo sono.