I prodotti più gettoni sono quelli che si teme possano scarseggiare nei prossimi mesi o subire forti rincari. Un discount di Pescara ha fissato un tetto al numero di bottiglie di olio acquistabili, come già aveva fatto Unicoop Firenze. Secondo Federdistribuzione si tratta comunque di episodi sporadici
La guerra in Ucraina, le conseguenti sanzioni e l’aumento dei prezzi di molte materie prime portano con sé il timore che in Italia si materializzi l'”economia di guerra” evocata da Mario Draghi venerdì. Così in diverse città qualche supermercato è stato preso d’assalto proprio come era successo – in modo del tutto ingiustificato – all’inizio della pandemia. I prodotti più gettonati in questa sorta di “psicosi di guerra” sono pane, farina, olio di semi di girasole e prodotti in scatola: beni che si teme possano scarseggiare nei prossimi mesi o subire forti rincari. Secondo Federdistribuzione si tratta comunque di episodi sporadici.
A Napoli pasta, farina, olio, prodotti in scatola sono andati a ruba: in diverse zone si sono formate lunghe file di persone agli ingressi e alle casse, che hanno reso difficile procurarsi un carrello della spesa. Per ovviare al problema in alcuni supermercati sono stati appesi cartelli che indicano un limite al numero di prodotti che si possono acquistare, soprattutto per quanto riguarda farina, olio di semi, olio di oliva, pasta e zucchero, per evitare episodi di accaparramento.
In Abruzzo vengono segnalati assalti agli scaffali di farina e olio di semi: anche qui i supermercati sono stati costretti a razionare le vendite: “A fronte della grave situazione internazionale”, si legge in un discount di Pescara, “per garantire continuità al rifornimento è previsto l’acquisto massimo di due pezzi per scontrino. Olio di semi di girasole, massimo acquisto due bottiglie“. Lo stesso ha fatto nei giorni scorsi Unicoop Firenze, limitando a massimo quattro pezzi per cliente alcuni beni “particolarmente sensibili che arrivano dalle zone interessate dal conflitto” cioè “olio di semi di girasole, farina e zucchero”.
Anche a Imperia è scattata la corsa ai supermercati, ma pure ai benzinai: centinaia di cittadini hanno messo da parte scorte di pane, pasta, olio, zucchero e farina, scatolame e altri beni alimentari a lunga conservazione, mentre crescono le code per fare il pieno temendo ulteriori rincari.
A Cagliari, dove a causa dello sciopero dei tir già nelle scorse settimane era scattata la psicosi, in vista della nuova protesta che andrà in scena lunedì prossimo molti hanno fatto scorte anche stavolta.
A Bolzano in un ipermercato della zona industriale, come in molti altri alimentari, gli scaffali sono stati svuotati di pasta, riso, farina, passate, olio e – come era successo durante il primo lockdown – di carta igienica.