Grazie a questo voto - si legge sul sito del Movimento - "è approvato lo Statuto del Movimento 5 Stelle, nella versione approvata il 2/3 agosto 2021, aggiornato con le modifiche richieste dalla Commissione di Garanzia degli Statuti".
Gli iscritti del Movimento 5 Stelle hanno nuovamente approvato lo statuto dopo che in una prima votazione giovedì avevano votato 34.040 iscritti. Non era stato raggiunto il quorum. Venerdì la consultazione ha visto la partecipazione di 38.735 persone (su 120mila iscritti) con una nettissima maggioranza di Sì (35.176, pari al 90.81 %) mentre i no sono stati 3.559 (9,19 %). Grazie a questo voto – si legge sul sito del Movimento – “è approvato lo Statuto del Movimento 5 Stelle, nella versione approvata il 2/3 agosto 2021, aggiornato con le modifiche richieste dalla Commissione di Garanzia degli Statuti”.
L’assemblea telematica degli iscritti del Movimento 5 Stelle – chiamata a rivotare le modifiche allo Statuto approvate nell’estate 2021 e sospese in via cautelare dal Tribunale di Napoli il 7 febbraio scorso – si è tenuta sulla piattaforma SkyVote. Il primo punto all’ordine del giorno recita “ripetizione della deliberazione assembleare adottata in date 2/3 agosto 2021 avente ad oggetto “la proposta di modifica dello Statuto e contestuale revoca della deliberazione assembleare del 17 febbraio 2021”, ai fini della sua conferma/convalida“. Alla votazione sono di nuovo ammessi soltanto gli iscritti da più di sei mesi, “sfidando” l’ordinanza che aveva considerato illegittima questa limitazione perché disposta “in assenza di un regolamento adottato dal Comitato di garanzia, su proposta del Comitato direttivo”, come richiedeva il vecchio statuto.
All’indomani del terremoto giudiziario, però, l’ex reggente del Movimento Vito Crimi aveva sostenuto che quel regolamento esistesse fin dall’8 novembre 2018, quando sarebbe stato approvato attraverso uno scambio di mail tra Luigi Di Maio – allora capo politico, cioè l’organo equivalente al Comitato direttivo – e lo stesso Crimi, allora presidente del Comitato di garanzia. D’altra parte, di quell’atto si citava l’esistenza nella stessa convocazione (datata 17 luglio 2021) dell’assemblea del 2 e 3 agosto, seguendo la prassi adottata in tutti gli altri casi. E confermata anche in questa occasione: “Potranno votare solo gli iscritti da almeno sei mesi come da Regolamento adottato dal Comitato di Garanzia l’8 novembre 2018″, si legge nella convocazione firmata da Crimi e da Paola Taverna.
Il regolamento del 2018 però non era stato mai prodotto dal Movimento nella causa intentata a Napoli da tre iscritti (Renato Delle Donne, Steven Brian Hutchinson e Liliana Coppola) per far annullare le modifiche allo Statuto e la successiva nomina di Conte a presidente. Pertanto, quando il partito ha chiesto la revoca dell’ordinanza di sospensione in base all’articolo 669-decies del codice di procedura civile (che lo consente “se si verificano mutamenti nelle circostanze o se si allegano fatti anteriori di cui si è acquisita conoscenza successivamente al provvedimento cautelare”) il giudice ha respinto l’istanza perché l’atto doveva intendersi “conosciuto, o comunque sicuramente conoscibile, fin dalla sua adozione”. Ma non è entrato nel merito della validità o meno del regolamento, il che consente al M5s di riconvocare la votazione su quella base. L’assemblea dovrà esprimersi anche sulle modifiche allo Statuto in tema di democrazia interna richieste dalla Commissione di garanzia degli statuti – un organo composto da cinque magistrati con sede alla Camera – per poter iscrivere il M5s al registro dei partiti politici, passaggio necessario per l’accesso ai rimborsi elettorali del 2xmille, deliberato dalla base lo scorso novembre.