Mentre le agenzie dei grandi eventi e dei live sta alla finestra ad aspettare un cenno dal Governo, in vista della fine dello Stato d’emergenza previsto per il 31 marzo, sperando che si apra al 100% di capienze per palazzetti e molte altre location, è stata presentata da Fabio Fila (presidente STEA Soc.Coop.) con Francesca Martinelli “L’impatto del Covid-19 sugli invi- sibili del mondo dello spettacolo. Ricerca sulla situazione lavorativa dei tecnici dello spettacolo a seguito della pandemia ”. In questi due anni abbiamo dato voce a molti rappresentanti delle categorie fragili e tutti hanno chiesto a gran voce che venisse riformato il settore per garantire, dopo anni, maggiore stabilità e copertura in casa di crisi e pandemia. I numeri non lasciano spazio a dubbi: il mondo dello spettacolo è stato uno dei settori maggiormente colpiti dagli effetti delle misure legate al Covid-19, con una perdita dal 2019 al 2020 di 8 miliardi di euro e del 21% dei lavoratori, di cui il 12,7% erano tecnici dello spettacolo. In particolare nel 2019 erano 331mila lavoratori dello spettacolo e nel 2020 c’è stata una decrescita di 70mila unità pari al -21%. Il volume d’affari è passato da 11.4 miliardi di euro del 2019 a una perdita di 8 miliardi di euro pari al -73%. I tecnici dello spettacolo sono passati da 14.675 a 12.811. Così la Fondazione Centro Studi Doc ha condotto una ricerca quantitativa basata sulla somministrazione di questionari ai quali hanno risposto oltre 1.000 tecnici e 40 service. In una tavola rotonda si sono riuniti anche Patrizia Aganetti (Ufficio pianificazione STS Communication), Simona De Lellis (Referente Doc Crew), Alberto ‘Bebo’ Guidetti de Lo Stato Sociale (La musica che gira) e Silvio Righi (#ChiamateNoi) per spiegare il significato di questi numeri e descrivere l’impatto della crisi legata al Covid-19 sui tecnici dello spettacolo, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
LA CRISI HA COLPITO DONNE E LAVORATORI TRA 30-50 ANNI I dati raccolti dalle risposte dei circa 1.000 tecnici che hanno partecipato al questionario confermano e approfondiscono i dati di partenza. Se la grande maggioranza dei lavoratori (78%) ha ripreso a lavorare nell’ambito dello spettacolo e degli eventi, un quinto dei tecnici (21,7%) non sta più lavorando nello spettacolo. In particolare un decimo del totale (10.3%) sta cercando ancora lavoro nel settore mentre poco più di un decimo (11.4%) ha deciso di abbandonare definitivamente il settore. La crisi ha colpito soprattutto le donne e i lavoratori tra i 30 e i 50 anni con una famiglia a carico o con un mutuo. Un maggiore tasso di abbandono si osserva per coloro che lavoravano nei settori della produzione, allestimenti e scenografie e strutture. Sono soprattutto lavoratori di basso-medio livello con impieghi stagionali.
DISPERSIONE PROFESSIONALE: DAI LIVE ALLA TV E ALLE FIERE
Quelli che hanno avuto meno problemi a continuare a lavorare sono i tecnici video, audio e luci. Dal live al teatro si son spostati nel campo fieristico e televisivo. Per questo motivo, attraverso il questionario, i service evidenziano come sia molto difficile al momento reperire e far tornare i tecnici specializzati in ambito video (35%), audio (38%) e luci (40%). Altra dispersione c’è stata nell’ambito delle impalcature e strutture (23%). Non a caso i service stanno prenotando i servizi dei tecnici con largo anticipo in vista degli eventi estivi. Sempre che ci sia un via libera delle capienze.
I LAVORATORI CHIEDONO COMPENSI PUNTUALI E PROTEZIONI SOCIALI
Proprio in virtù delle grandi difficoltà riscontrate in questi due anni e per evitare che si ripetano di nuovo situazioni scomode pre pandemia, i lavoratori oggi chiedono a committenti e datori di lavori maggiori rassicurazioni. In particolar modo viene chiesto di avere pagamenti puntuali e certi (86.8%), compensi adeguati alle mansioni (84.9%), si segnalano ancora difficoltà per accedere alle protezioni sociali (58%) che dovrebbero per prassi essere garantite. Infine il 41% dei lavoratori chiede che la continuità del lavoro sia un tema prioritario. Molte dispersioni di professionalità sono avvenute proprio perché non c’era alcuna garanzia di un lavoro stabile.
LA SENATRICE M5S MONTEVECCHI: “RIFORMA ENTRO LA FINE DELLA LEGISLATURA”
È intervenuta all’incontro anche la senatrice del Movimento 5 Stelle e segretaria della VII Commissione permanente Istruzione pubblica, Beni Culturali, Michela Montevecchi, in prima linea per accogliere le proposte delle varie Associazioni e dei lavoratori fragili. “L’obiettivo è quello di continuare a lavorare al fondo emergenze messo in campo nei provvedimenti precedenti e per i Sostegni Ter – ha affermato la senatrice -. Personalmente ho proposto di allargare il riferimento ai codici Ateco soprattutto a quelli che si riferiscono alle attività della musica dal vivo. Poi vorrei che si possa lavorare al riconoscimento del credito di imposta per le imprese che svolgono attività per gli spettacoli dal vivo. Tutto questo in un pacchetto di iniziative che si leghi anche alla delega dello spettacolo dal vivo affinché dopo la lettura al Senato del provvedimento, si passi alla Camera e si prenda anche per buono e assodato il lavoro fatto. Vogliamo che ci sia una lettura e approvazione definitiva di questo disegno di legge per concludere la legislatura (marzo 2023, ndr) con questo traguardo raggiunto”.