L’impatto dell’elevato numero di decessi dovuti al Covid-19 si fa sentire, sia a livello quantitativo sia geografico, anche sulle dinamiche demografiche del 2021. I dati Istat contenuti nell’ultimo Report sulla dinamica demografica 2021 relativi a natalità e decessi risentono ancora degli effetti della pandemia.

Decessi del 2021 – Nel dettaglio l’istituto di statistica ha registrato nel 2021 59mila decessi dovuti al Covid-19, che rappresentano l’8,3% delle morti – in calo rispetto ai numeri del 2020, che contavano oltre 77mila decessi per il coronavirus, ovvero il 10,3% del totale.

In discesa è anche il numero totale dei decessi, nel 2021 pari a 709.035, 30mila in meno rispetto al 2020: il numero però è significativamente maggiore (+9,8% di media nazionale) rispetto alla media dei decessi del periodo tra il 2015 e il 2019. Differentemente da quanto accaduto nel 2020, il numero dei decessi non si concentra nel nord Italia, ma interessa tutto il territorio: al Nord sono solo la provincia autonoma di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia a presentare una percentuale superiore al 13%, mentre nel mezzogiorno, nel corso del 2021, il numero è cresciuto del 12,9% rispetto al periodo tra il 2015 e il 2019 – con numeri che, in Puglia (+18,5%) e in Molise (+14,6%), superano di gran lunga la media nazionale del 9,8%.

Nascite del 2021 – Il Report dell’Istat rileva anche un nuovo record negativo per le nascite, che hanno segnato una lieve ripresa soltanto a fine anno: l’Istat specifica che il numero dei nati della popolazione residente nel 2021 è di 399.431 persone: i nuovi nati non raggiungono quindi le 400mila unità, diminuendo dell’1,3% rispetto al 2020 e quasi del 31% rispetto al 2008, anno di massimo relativo più recente. La scelta di rinviare la maternità è particolarmente accentuata tra le donne più giovani.

Gli effetti della pandemia sul calo di nati si sono registrati soprattutto a gennaio, con la massima flessione di -13,4%, al Sud del -15%. I dati non lasciano dubbi sul ruolo svolto dall’epidemia, visto che riferisce a concepimenti della prima ondata pandemica. A febbraio la diminuzione delle nascite è più contenuta, -4,8%.

“L’illusoria impressione di superamento dell’emergenza percepita a maggio 2020” precisa ancora l’Istat, “può aver determinato l’aumento dei nati a marzo 2021, mese in cui si osserva una lieve inversione di tendenza (+4,7%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente” – più sostenuta al Sud (+11,1%).

Il trend di nascite resta debolmente positivo anche ad aprile (+1,3% rispetto alle stesso mese dell’anno precedente), finché la curva non si inverte nei mesi di giugno e luglio (rispettivamente -5,7% e -5,5%). La geografia del calo di nascite conferma il legame della diminuzione dei nati con la seconda ondata di Coronavirus, che ha interessato maggiormente il Centro – Sud: nel mese di giugno il maggior calo di nascite interessa il Centro (-8,0%) e il Sud (-7,5%), mentre nel mese di luglio l’Istat registra la più importante diminuzione nelle Isole (-8,4%).

Con il mese di agosto il calo in negativo comincia ad essere meno marcato, a novembre e dicembre la tendenza si inverte: negli ultimi mesi dell’anno si registra infatti un numero consistente di aumento dei nati rispetto agli stessi mesi del 2020 (rispettivamente +6,8% e +13,5%).

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