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Verissimo, Nancy Brilli confessa: “Ho sofferto a lungo di autolesionismo. Era un modo per gestire il dolore”

L'attrice ospite di Silvia Toffanin: "Non potendo in nessun modo controllare le mie emozioni e la sofferenza, la proiettavo su qualcosa che potevo gestire io. Potendo gestire io il dolore e la sofferenza mi sembrava tutto più facile. Una persona che si fa del male non sente dolore dopo un po'"

di F. Q.

Tra gli ospiti di Silvia Toffanin a Verissimo ieri 13 marzo anche Nancy Brilli. L’attrice romana, 58 anni il prossimo 10 aprile, si è raccontata tra vita professionale e privata e poi si è soffermata su una fase molto delicata della propria vita. “Non è bello da evocare però per un lungo periodo della mia vita sono stata autolesionista ed è una cosa che ho riconosciuto molto tardi”, ha detto. Poi ha spiegato: “Ho capito che cos’era con l’analisi e tante letture, conoscendo persone intelligenti che me lo hanno spiegato: non potendo in nessun modo controllare le mie emozioni e la sofferenza, la proiettavo su qualcosa che potevo gestire io. Potendo gestire io il dolore e la sofferenza mi sembrava tutto più facile. Una persona che si fa del male non sente dolore dopo un po’ “.

In seguito Nancy Brilli ha aggiunto: “Siccome ci sono tanti ragazzi purtroppo che praticano l’autolesionismo e lo sottovalutano mi sento di dire di cercare qualcuno, anche quando ti senti assolutamente solo uno lo trovi (che ti ascolti, ndr), non dev’essere però un tuo pari che ti dia sempre ragione. Io sono stata trattata in famiglia come quella strana che vuole mettersi al centro dell’attenzione, non è così, è una cosa assolutamente diversa, è la necessità di gestire il dolore altrimenti vieni sopraffatto“. Infine ha lanciato un appello: “Io metterei nelle scuole delle lezioni, c’è lo psicologo nella scuola ma il ragazzo non ci va, invece dev’essere il contrario, andare a parlare di questo tipo di sofferenza che è tanto diffusa”. “Ti è ricapitato nella vita?“, ha domandato la conduttrice. Allora lei ha replicato: “Sì ma poi, ad un certo punto, sono riuscita a gestirlo e poi ad eliminarlo, grazie soprattutto alle letture, ad un’amica suora, ad una signora che poi ho scoperto essere una psicologa”.

Da dove è nato questo grande disagio? A raccontarlo è stata l’attrice stessa parlando di nonna Isa – madre del padre – con la quale è cresciuta dopo aver perso prematuramente la mamma: “Non le ero per niente simpatica. Ma a prescindere da questo, non amava le donne. Per lei erano tutte nemiche – ha raccontato l’attrice -. Per lei era tutto no, specialmente gli argomenti ‘femminili’: la prima volta che ho avuto il ciclo avrei dovuto pensare di morire, perché lei non ne parlava mai. Nessuno mi aveva detto niente. Sai, io non sapevo all’epoca, tra l’altro, di avere l’endometriosi. Lei non mi stava a sentire: ho avuto tante conseguenze negative. Pensavo di essere completamente sbagliata, di essere brutta, storta, stupida, volgare e mi ha segnato profondamente, anche troppo. Sarebbe bastata una persona giusta, invece io stavo tanto sola e potevo vedere solo un’amica che mi poteva venire a trovare a casa”.

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