La notizia è stata anticipata dal Resto del Carlino. I reati contestati sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, gli indagati sono 21 (tra questi anche il presidente del gruppo e i rappresentanti delle coop che hanno gli appalti). Tra le accuse anche il fatto che i dipendenti venivano sottoposti "metodi degradanti e umilianti di controllo a distanza"
La procura di Bologna ha chiuso un’indagine nei riguardi del gruppo Mondo Convenienza: secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, le accuse sono di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro a carico di 21 persone. Tra gli indagati ci sono il presidente del consiglio di amministrazione del gruppo di arredamento e del mobile e altri rappresentanti delle cooperative a cui sono stati appaltati i lavori logistici.
In base alle ricostruzioni dell’inchiesta – nata dagli esposti dei facchini del magazzino di Calderara (Bologna) ai carabinieri – i dipendenti avevano turni lavorativi che cominciavano alle 6 del mattino e non prevedevano un orario di chiusura, con retribuzioni “palesemente inferiori” rispetto a quanto prescritto dal contratto nazionale. I facchini avrebbero svolto il loro lavoro in condizioni di “perenne pericolo”, in cui i dipendenti venivano sottoposti a “metodi degradanti e umilianti di controllo a distanza”, con anche il rischio di “irrogazioni di penalità”.
I lavoratori della holding hanno iniziato a scioperare nel 2017, ma la proprietà, riporta Il Resto del Carlino, ha sempre definito i trattamenti e le retribuzioni dei dipendenti come “regolari”. Un’indagine sul gruppo Mondo Convenienza è stata aperta, lo scorso anno, anche a Torino – dalla Procura di Ivrea – per la denuncia da parte di facchini per “turni massacranti, spesso senza neppure la possibilità di fare pranzo e senza ferie e permesso”: sul caso è intervenuto il Ministero del Lavoro.