La richiesta di maggiori coperture sui finanziamenti è arrivata dopo gli sbalzi di valore delle quotazioni di commodities registrate negli ultimi giorni, in particolare per le violente oscillazioni del petrolio e del nickel il cui prezzo è triplicato in due giorni. Contatti con Blackrock, Kkr e il fondo Apollo
Trafigura, uno dei principali trader mondiali di petrolio e metalli, è alla ricerca di denaro per fare fronte a “chiamate di margine” per miliardi di dollari. In sostanza la richiesta dei creditori di depositare maggiori quantità di denaro a garanzia dei prestiti erogati. La richiesta è arrivata dopo gli sbalzi di valore delle quotazioni di commodities registrate negli ultimi giorni, in particolare per le violente oscillazioni del petrolio e del nickel il cui prezzo è triplicato in due giorni. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg Trafigura ha avuto contatti senza esito con il gruppo Blackstone e avrebbe “sondato” anche Apollo global management, Kkr e BlackRock.
I trader usano il credito bancario per finanziare l’acquisto di carichi di merci che spediscono in tutto il mondo. A fine 2022 il gruppo aveva linee di credito per 66 miliardi di dollari distribuiti tra 140 banche. Trafigura non è l’unico tra i trader di materie prime a essere oggetto di “margin call”. Le banche di tutta Europa e degli Stati Uniti sono state invitate a proporre pacchetti di credito a società commerciali che cercano nuove linee o ad aumentare le linee di prestito esistenti, ha riferito Bloomberg la scorsa settimana.
Trafigura sta valutando una serie di diversi tipi di finanziamento, hanno detto persone vicine al dossier. Vendendo azioni privilegiate o un altri strumenti ibridi la società potrebbe riuscire rafforzare il proprio capitale senza l’ingresso di nuovi soci. Nuove fonti di finanziamento potrebbero dare al gruppo la capacità di sfruttare le opportunità di un mercato caratterizzato da forti oscillazioni. Nei primi 9 mesi del 2021 la società ha registrato profitti per 3 miliardi di dollari. Pochi giorni fa il gruppo aveva raccolto nuovi finanziamenti per oltre un miliardo di dollari. Suo il carico da un milione di barili di petrolio russo poi venduto alla compagnia britannica Shell a forte sconto. La compagnia britannica si è scusata pubblicamente e ha affermato l’intenzione di destinare i proventi dell’operazione a un fondo per i rifugiati ucraini.