"Russia e Ucraina insieme rappresentano il 30% delle esportazioni mondiali di grano. Di conseguenza, le disruption alle esportazioni di grano avranno chiare implicazioni per i consumatori sia a livello di disponibilità che di prezzo", fa notare Schroders. Mosca ha annunciato nelle scorse ore la limitazione dell’export di grano a diverse repubbliche ex sovietiche e lo stop all’esportazione di zucchero, mais e altri cereali come segale e orzo fino al 30 giugno
Quasi tutte le Borse europee hanno chiuso in rosso, perdendo lo slancio accumulato grazie al calo del prezzo del petrolio, dopo la dichiarazione di Vladimir Putin sull’Ucraina che “non è seria nel trovare una soluzione” al conflitto in corso. Piazza Affari ha resistito, finendo la seduta in lievissimo rialzo. In mattinata aveva pesato in negativo il crollo delle borse cinesi in seguito all’avvertimento degli Usa alla Cina per cui un aiuto alla Russia avrebbe “implicazioni”. Preoccupando anche i nuovi lockdown, che potrebbero impattare sulla crescita del Paese e sulla domanda del più grande importatore al mondo di petrolio, cosa che appunto ha fatto scivolare il greggio sotto quota 100 dollari al barile. Il future sul Brent quota in rosso del 4,66% a 98,5 dollari al barile.
Restando sulle materie prime, l’impatto dell’invasione russa pone rischi anche per la fornitura globale di beni alimentari come fanno Alexander Monk, Felix Odey e Mark Lacey, portfolio manager del gestore di asset Schroders. “Si è discusso molto del ruolo della Russia come Paese esportatore di petrolio e gas, ma il suo status di importante produttore di commodities agricole implica anche un rischio reale di carenze di beni alimentari“, è la loro analisi. “Russia e Ucraina insieme rappresentano il 30% delle esportazioni mondiali di grano. Di conseguenza, le disruption alle esportazioni di grano avranno chiare implicazioni per i consumatori sia a livello di disponibilità che di prezzo. Saranno soprattutto i mercati emergenti a essere colpiti perché sono tradizionalmente i destinatari più importanti del grano russo. Negli ultimi anni, i tre maggiori importatori di grano russo sono stati Egitto, Turchia e Bangladesh”.
Mosca ha annunciato nelle scorse ore la limitazione dell’export di grano a diverse repubbliche ex sovietiche, di cui è uno dei principali esportatori, “al fine di evitare carenze e un’esplosione dei prezzi” secondo il servizio stampa del governo russo. L’Unione raggruppa la Russia, Kazakistan, Bielorussia, Armenia e Kirghizistan. La vice primo ministro Victoria Abramchenko ha annunciato anche lo stop all’esportazione di zucchero, mais e altri cereali come segale e orzo fino al 30 giugno.