Sia Autostrade per l’Italia che Spea Engineering – la società controllata che si occupava delle manutenzioni sulla rete – hanno presentato alla procura di Genova richiesta di patteggiamento nel corso dell’udienza preliminare del processo sul crollo del ponte Morandi, ottenendo il consenso dei pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno. Le due società sono imputate – insieme a 59 persone fisiche – in base al decreto 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio. L’importo complessivo del patteggiamento – che dovrà essere approvato dal gip per diventare esecutivo – è di quasi trenta milioni di euro: Aspi e Spea evitano le sanzioni interdittive ma dovranno versare sanzioni pecuniarie pari rispettivamente a un milione di euro e a 800mila euro, mentre la concessionaria ha messo a disposizione per il sequestro preventivo la somma di 26.857.433 euro, “importo corrispondente al complessivo valore del progetto di retrofitting (rafforzamento, ndr) degli stralli delle pile 9 (quella crollata, ndr) e 10 del viadotto Polcevera” approvato dal ministero delle Infrastrutture a giugno 2018 e mai realizzato, che secondo l’ipotesi accusatoria (e la maxi-perizia disposta dal gip in sede di incidente probatorio) avrebbe evitato il verificarsi del disastro.

L’accordo – “Ritenuto – scrivono i pm nell’atto di consenso al patteggiamento – che tale quantificazione del profitto dei reati suscettibile di confisca sia condivisibile, giacché corrisponde al risparmio di spesa realizzato dalla società mediante l’omissione dell’intervento che avrebbe evitato la commissione dei reati di omicidio colposo aggravato plurimo e di lesioni colpose aggravate plurime”, e “rilevato che emerge la necessità di garantire l’effettività del vincolo fino al passaggio in giudicato della confisca”, la procura chiede “di emettere decreto di sequestro preventivo della somma di euro 26.857.433, giacente sul conto corrente dedicato e vincolato, ordinandone altresì la confisca”. L’accordo – se sarà convalidato – non tocca la questione dei risarcimenti che Aspi e Spea in quanto responsabili civili sarebbero costrette a versare, in caso di condanna, alle parti civili costituite nel processo (tra cui le due famiglie delle vittime che non hanno accettato gli indennizzi extragiudiziali). Ma costituisce un’importante svolta processuale, trattandosi di fatto di un’ammissione di responsabilità da parte delle due società, i cui massimi dirigenti – a partire dall’ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci – sono imputati nel processo.

L’intercettazione – L’ipotesi di chiedere il patteggiamento era stata presa in considerazione da Autostrade già nel febbraio 2020, come certifica un’intercettazione (agli atti del procedimento, ma esclusa dal fascicolo durante l’udienza stralcio) in cui parlavano Amedeo Gagliardi, responsabile ufficio legale di Aspi, e Sergio Erede, dello studio Bonelli-Erede assiste la concessionaria sul piano civile/amminsistrativo. “Non so se a quel punto è meglio… immaginare che provi un patteggiamento… Aspi ne esca… e poi… gli imputati si faranno il loro processo… si scanneranno uno con l’altro… a quel punto… la convenzione è in salvo… Autostrade magari esce pagando la sua sanzione 231 (il riferimento è al decreto 231/1990)… senza interdittiva e sparisce dalla faccia della terra, diciamo così. Ma questa, come dire… è veramente un’illazione mia”, diceva Gagliardi.

I commenti – “È un risultato importante. Speriamo che questa tragedia serva da lezione affinché queste cose non succedano più”, è il commento del procuratore reggente di Genova Francesco Pinto. “Ci aspettavamo questa mossa, è chiaro che il patteggiamento non lava la coscienza di nessuno per quello che è successo e non cambia nulla. E, anzi, avrà un impatto importante sull’iter processuale degli altri imputati. Significa che l’impianto accusatorio è valido“, dice invece la presidente del Comitato ricordo vittime di ponte Morandi, Egle Possetti. “Penso che sia importante perché c’è un’ammissione di colpa, quindi è estremamente importante. Non ho ancora visto gli elementi ma credo che abbiano avuto il massimo di quello che si poteva avere, dal punto vista pecuniario”. Mentre Autostrade, nel comunicato in cui annuncia la richiesta di patteggiamento, ribadisce “la piena consapevolezza che non si potrà mai dimenticare la tragedia del 14 agosto 2018 con il suo carico non commensurabile di dolore e sofferenze che ha profondamente segnato anche la società e tutti i suoi dipendenti”.

Il processo – Intanto nell’udienza di martedì, celebrata come le altre nella tensostruttura allestita nel cortile del palazzo di giustizia di Genova, ha parlato il legale di Castellucci, Guido Carlo Alleva. “Nell’udienza preliminare l’accusa si è dilungata per ben undici udienze concentrando il processo sulle ipotesi di responsabilità e sui profili di colpa individuale, senza però affrontare il tema centrale, cioè le cause effettive del crollo, cause che sono state oggetto di ben due perizie scaturite dall’incidente probatorio”, ha detto. “Ho trovato singolare questo aspetto e ancor più singolare che la Procura, per declinare ipotesi di responsabilità individuale del mio assistito ne abbia offerto una rappresentazione distorta, non realistica, non legata ai fatti per come effettivamente si sono svolti. Quindi il compito della difesa è stato e sarà contrapporre la realtà, l’interpretazione lucida, oggettiva dei fatti e al contempo sollevare i problemi di giustizia interna al processo che sono l’unica garanzia possibile di conservazione dello stato di diritto”. Nei prossimi giorni sono previste le repliche dei pubblici ministeri, dopodiché la giudice per l’udienza prelimianare Paola Faggioni deciderà sul rinvio a giudizio.

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