A Regione e Comune in questi giorni sono arrivate decine di lettere di lamentela. Tecnicamente il sostegno viene erogato dall'ente di Zingaretti a quello di Gualtieri, che procede a inoltrarlo alle famiglie assegnatarie nelle graduatorie attraverso i servizi sociali municipali. Il passaggio dall’ente regionale a quello comunale è già avvenuto da tempo e ora dal Campidoglio fanno sapere che in questi giorni sono stati trasferiti ai municipi i fondi
Ritardi fino a tre mesi nell’erogazione dei contributi ai disabili gravissimi stanno facendo precipitare le condizioni economiche delle famiglie romane che hanno in carico persone non autosufficienti. La situazione è disperata fino al punto che Sara B. – che cura un blog tematico sul web e a cui fanno riferimento molte famiglie – ha deciso di pubblicare sui social network uno screenshot del suo estratto conto: al giorno 3 marzo mostra un rosso di -5,11 euro. E da luglio cambieranno anche le linee guida regionali per il calcolo dei contributi: l’operazione potrebbe portare a un dimezzamento delle somme erogate. “Le persone normali non se lo immaginano nemmeno ciò che succede a chi ha a che fare con la non autosufficienza di un familiare nell’Italia del 2022. Ci ho pensato a lungo prima di mettere in piazza così la mia situazione, ma qualcuno lo deve pur fare se si vuole che le cose cambiano”, scrive Sara B., denunciando un malfunzionamento nell’erogazione dei contributi ai caregiver, aggravato dai ritardi degli ultimi mesi. “A Roma da alcuni anni funziona così: gli assistiti anticipano i soldi della loro assistenza e l’amministrazione comunale con molta calma, rimborsa parte della spesa, se va bene entro il 20 del mese – racconta -. Tra le famiglie con fragilità economica succede, perciò, che i primi del mese non ci sono più soldi. Soprattutto se poi il dipartimento Politiche sociali del Comune di Roma ci mette più di tre mesi ad accreditare i soldi inviati dalla Regione Lazio per l’assegno Caregiver erogato per i gravissimi. Ma è tutto regolare. Non importa se famiglie fragilissime come la mia finiscono per essere addirittura nella condizione peggiore di chi non arriva alla fine del mese, ovvero di ritrovarsi in rosso il 3 del mese”.
Proprio in questi giorni agli organi politici e tecnici competenti, sia della Regione Lazio che di Roma Capitale, sono arrivate decine di lettere che lamentano i ritardi. Michela C., mamma e caregiver di Giulio P., ragazzo autistico con disabilità gravissima, spiega che “dopo gli imperdonabili ritardi dello scorso anno nell’erogazione del servizio a oggi, 8 marzo 2022, risulta ancora in corso di approvazione la graduatoria definitiva degli aventi diritto, con una prospettiva temporale, di risoluzione della questione, piuttosto lontana. Ciò significa che, verosimilmente, anche quest’anno, nonostante l’impegno dichiarato dall’amministrazione comunale, le famiglie dei disabili di Roma Capitale non vedranno garantiti i loro diritti in tempi ragionevoli”. Stessa denuncia da parte di Luana M., madre e caregiver di Mia C., una bambina di 5 anni con disturbo dello spettro autistico correlato a disprassia ideomotoria di tipo complesso. “Oggi a marzo inoltrato come riferito dagli assistenti sociali del II Municipio siamo ancora molto lontani dalla compiuta definizione del contesto”, scrive. “L’erogazione del contributo in parola non rappresenta unicamente un diritto, ma in molti casi è anche una vera e propria ancora di salvezza per far fronte a tutte le gravose esigenze necessarie alla piena ed efficace assistenza del disabile e del caregiver, sicché è ancor più imbarazzante il fatto che i cittadini più fragili vengano letteralmente abbandonati dalle istituzioni“, lamenta Luana. I firmatari delle lettere si dichiarano portavoce di oltre 3500 famiglie di Roma Capitale in attesa di ricevere il contributo.
Tecnicamente il sostegno viene erogato dalla Regione Lazio al Comune di Roma, il quale procede a inoltrarlo alle famiglie assegnatarie nelle graduatorie attraverso i servizi sociali municipali. Il passaggio dall’ente regionale a quello comunale è già avvenuto da tempo e ora dal Campidoglio fanno sapere che in questi giorni sono stati trasferiti ai municipi i fondi, i quali coprono i sei mesi di contributi destinati a chi è già in graduatoria, per una somma complessiva di poco più di 11,7 milioni di euro. Intanto i servizi sociali municipali contestualmente stanno effettuando una ricognizione dei bisogni in vista della riorganizzazione prevista dalla delibera regionale 897/2021 che recepisce un decreto della presidenza del consiglio dei ministri del novembre del 2019. “È gravissimo il ritardo che si sta verificando, ma quello che più preoccupa è che cosa accadrà nei prossimi mesi quando i contributi dovranno essere rimodulati”, spiega la consigliera di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio, Chiara Colosimo. Dal primo luglio infatti il calcolo del contributo dovrà tenere conto di tutti i sostegni rivolti alla persona affetta da disabilità e il rischio è che “gli assegni possano dimezzarsi, passare da 800 a 400 euro ad esempio. Ci sono famiglie che fanno affidamento su questo sostegno magari per pagare l’assistenza domiciliare”, sottolinea Colosimo, la quale annuncia la convocazione di una commissione Trasparenza sul tema per chiedere all’assessora alle Politiche sociali del Lazio, Alessandra Troncarelli, “quali scenari si prospettano per le famiglie a partire da fine giugno”. Da Palazzo Senatorio l’assessora alle Politiche sociali, Barbara Funari, replica facendo sapere che è stata appena licenziata una delibera di giunta che “semplifica l’iter burocratico per l’accesso al contributo, prevedendo che tutti gli utenti, già in carico, non debbano ripresentare la domanda per la successiva annualità, salvo nei casi in cui sopraggiungano comunicazioni legate a cambiamenti dell’Isee, dei dati anagrafici o legati all’attivazione di ulteriori servizi. Tutte le persone che hanno visto accolta la domanda presentata nel 2021 – si legge in una nota – riceveranno il contributo previsto. Le domande non saranno più annuali e potranno essere presentate in qualsiasi momento in tutti i Municipi, a partire dal primo luglio 2022, senza più una scadenza temporale”. Infine per la prima volta Roma Capitale parteciperà attivamente al finanziamento stanziando con propri fondi ulteriori 4 milioni di euro, che si aggiungeranno a quelli già previsti dal fondo nazionale per la non autosufficienza e dalla Regione Lazio.