Il giudice del tribunale di Cuneo Emanuela Dufour ha assolto Carlo De Benedetti dall’accusa di diffamazione nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, perché il fatto non costituisce reato. Nel maggio 2018, intervistato da Lilli Gruber al Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani, l’ex patron del gruppo Espresso e attuale editore di Domani aveva definito l’ex ministro dell’Interno “il peggio, antisemita e xenofobo“, nonché “antieuropeo e finanziato da Putin“, insomma “uno da tenersi lontano”. Salvini, al tempo impegnato nella formazione del futuro gialloverde, aveva annunciato querela con un tweet e aveva chiesto all’ingegnere un risarcimento di centomila euro. Il pubblico ministero, Attilio Offman, aveva invece proposto un importo di 800 euro.

“Dare dell’antisemita a Salvini è un’infamia inaccettabile, come peraltro condiviso anche dal pm, visto che la locuzione ha un significato preciso e non è equivocabile. La sentenza meriterà, e lo diciamo fin da ora, appello. È una sentenza politica ed è potenzialmente pericolosa: può indurre chiunque ad adottare i medesimi comportamenti emulatori e diffamatori nei confronti di un qualsivoglia esponente politico, tenuto conto che un tribunale italiano non ha ritenuto l’episodio grave e diffamatorio”, commenta il difensore di Salvini, l’avvocato Claudia Eccher. “Attendo con viva curiosità il deposito delle motivazioni, per capire il processo argomentativo del giudice a sostegno di una assoluzione del tutto incomprensibile“.

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