Molta paura, ma pochissimi danni. Una scossa così forte, però, nell’area dei Campi Flegrei (Napoli) non si avvertiva da circa quarant’anni, dalla crisi del bradisismo del 1983-84. La terra è tornata a tremare alle 15,12 di oggi, 2.700 metri sotto il cratere della Solfatara, e su quella striscia di terra e di lungomare che congiunge Napoli a Pozzuoli. Un terremoto di magnitudo 3,5 della scala Richter, quanto basta per spingere intere famiglie a riversarsi in strada spinte dal terrore che l’incubo fosse tornato. Momenti di tensione – in particolare – si sono registrati nei quartieri residenziali di Monterusciello (solitamente poco interessato dal fenomeno).
L’evento principale – accompagnato da un boato – è stato preceduto dalla mezzanotte di ieri da uno sciame di sedici eventi minori e seguito da altri sei eventi di minore intensità nel giro di pochi minuti. In campo a Pozzuoli gli uomini della Protezione Civile locale e della Polizia Municipale per monitorare la situazione. La scossa non è stata avvertita solo nei Campi Flegrei, o nelle zone periferiche di Pozzuoli e degli altri Comuni flegrei, ma anche a Napoli suscitando reazioni di panico e spingendo qualcuno ad abbandonare il proprio posto di lavoro per timore di crolli.
In particolar modo è stata avvertita ai piani alti degli edifici. Diverse le segnalazioni giunte sia dai quartieri collinari di Napoli (Vomero e Colli Aminei) che dall’area del lungomare di Mergellina. Tanto spavento per una scossa durata diversi secondi che ha fatto oscillare i lampadari e scricchiolare le librerie.
Sono mesi che la Solfatara è sotto osservazione a causa di una ripresa dell’attività sismica: “Il bradisismo è qualcosa di fisiologico ai Campi Flegrei e in prossimità della Solfatara – prova a rasserenare il direttore dell’Osservatorio Vesuviano Francesca Bianco – da tempo osserviamo uno sciame sismico in quell’area che è naturalmente soggetta a bradisismo. Da ultimo un’attività tellurica dei giorni scorsi. Tuttavia nessuno è in grado di prevedere un terremoto. È chiaro che adesso analizzeremo il fenomeno di oggi alla luce degli effetti provocati sul sollevamento del suolo. L’attenzione resta alta, ma lo era anche prima e allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine”.