“Capisco che abbiamo pietà per gli ucraini, che stiamo andando piano, ma non dovremmo essere più rigorosi, circondarli e tagliare loro l’elettricità?“. Queste le parole che, stando a quanto riportato tra gli altri dall’Adnkronos, ha pronunciato il pianista russo Boris Berezovsky in un intervento sulla principale emittente televisiva russa pubblica. Un’affermazione choc, alla quale ha replicato perfino un ufficiale russo presente al programma: “Bisogna evitare la catastrofe umanitaria in Ucraina. L’importante è vincere la guerra di opinione in Russia, dopo di che il mondo intero ci capirà”, ha commentato l’ufficiale.
Come riportato dal quotidiano Le Monde, l’agenzia del pianista, dopo le dichiarazioni sulla guerra, ha deciso di non rappresentarlo all’estero. “Berezovsky ha parlato su un canale televisivo russo in un talk show di pura propaganda e ha fatto commenti che hanno shockato, ferito e lasciato tutti coloro che conoscono l’artista e l’uomo in totale stupore – ha spiegato la International Productions Albert Sarfati, che lo rappresenta da quasi vent’anni -. Condanniamo fermamente i commenti fatti durante il suo intervento e siamo, purtroppo, obbligati a sospendere la rappresentanza di Boris Berezovsky nel nostro ufficio”.
Il giornalista e critico musicale francese Alain Lompech ha pubblicato sul proprio profilo Facebook una seconda dichiarazione del pianista. “Ho forgiato la mia opinione nelle ultime settimane consultando politologi americani e occidentali spiegando a molti che l’Occidente è anche responsabile della drammatica situazione attuale – ha cercato di giustificarsi -. Questo non significa che io giustifichi questa guerra o qualsiasi tipo di guerra. […] Quando ho chiesto la possibilità di interruzioni della corrente, la mia intenzione era quella di evitare la scelta delle bombe su Kiev ed evitare così un disastro umanitario ancora più drammatico. Ma sono stato interrotto e non sono riuscito a concludere il discorso”. Infine ha concluso: “Quindi d’ora in poi rimarrò in silenzio su qualsiasi questione non legata alla mia arte“. Sì, forse questa è una buona idea.