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Caso Amara, la procura di Brescia chiede l’archiviazione della procuratrice aggiunta Laura Pedio

L'indagine per omissione d’atti di ufficio riguarda per il caso dei verbali su una presunta loggia Ungheria sia per la gestione nel fascicolo sul cosiddetto "falso complotto" dell’ex manager dell’Eni Vincenzo Armanna
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Una decina di giorni fa a Brescia il gup assolto il pm Paolo Storari, oggi un altro fronte di inchiesta si è chiuso o quasi. La Procura di Brescia ha depositato una richiesta di archiviazione nei confronti della procuratrice aggiunto di Milano, Laura Pedio, indagata per omissione d’atti di ufficio sia per il caso dei verbali di Piero Amara su una presunta loggia Ungheria sia per la gestione nel fascicolo sul cosiddetto “falso complotto” dell’ex manager dell’Eni Vincenzo Armanna, ‘grande accusatore’ dei vertici del gruppo petrolifero.

A chiedere di archiviare la posizione di Pedio sono stati i pm Donato Greco e Francesco Milanesi con il Procuratore Francesco Prete.
Intanto va avanti l’inchiesta nei confronti di un altro aggiunto milanese, Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro, che rispondono di rifiuto d’atti d’ufficio per un presunto mancato deposito di prove, tra cui chat di Armanna, utili alla difesa nel processo Eni-Shell/Nigeria. Gli inquirenti bresciani hanno disposto accertamenti tecnici sul telefono dello stesso Armanna all’esito dei quali decideranno sulle posizioni di De Pasquale e Spadaro. Amara, ex avvocato esterno di Eni, ha patteggiato in passato una condanna per corruzione in atti giudiziari ed è indagato da diverse procure compresa quella di Perugia che indaga sulla presunta associazione segreta. Nei verbali Amara aveva elencato settanta nomi tra magistrati, giudici, politici, imprenditori, giornalisti. Dichiarazioni che furono spediti a giornalisti e consiglieri del Csm.

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