Sono 15 le opere pubbliche complesse da commissariare – per oltre di 3,1 miliardi di euro – incluse nell’elenco che il Governo ha trasmesso al Parlamento, insieme alla proposta di nomina dei relativi Commissari straordinari. Con questa proposta (si fa per dire) si dovrebbe concludere la fase dei commissariamenti prevista dal decreto legge “Sblocca cantieri”.

Per le infrastrutture stradali si tratta del Raccordo autostradale Valtrompia, della SS 275 Maglie-Santa Maria di Leuca (2° lotto),della SS 1 Aurelia, del Completamento della variante di Sanremo. Gli interventi per le infrastrutture ferroviarie riguardano il Nodo Ferroviario di Bari-Nord, la Velocizzazione della linea Milano-Genova, il Collegamento ferroviario Olbia-Aeroporto, il Ripristino e ammodernamento del tratto ferroviario Caltagirone-Gela, dell’Anello ferroviario di Palermo (completamento 2a fase), del Raccordo ferroviario di Brindisi Intervento per il trasporto rapido di massa e del Prolungamento dal centro di Catania fino all’Aeroporto di Fontanarossa. Per gli interventi portuali si tratta della Realizzazione del Terminal container di Montesyndial nel Porto di Venezia, delle Opere di completamento dell’infrastrutturazione del porto di Brindisi. C’è anche un intervento per le infrastrutture idriche Invaso di Campolattaro e due e di edilizia statale per presidi di pubblica sicurezza Palazzo di giustizia di Milano e della Caserma Tuscania – sede del Gruppo intervento speciale a Livorno (1° Lotto).

Con queste nuove 15, diventano complessivamente 117 le opere commissariate. I commissari già chiamati a “sveltire” gli investimenti sono prevalentemente dirigenti di RFI (gruppo FS), Anas o dal Ministero delle Infrastrutture. Per i nuovi sarà verosimilmente la stessa cosa. Sono coloro che già prima della loro nomina commissariale non sono riusciti a velocizzare la realizzazione delle opere di loro competenza (come per la Valtrompia). Queste nomine non sono oramai l’eccezione ma la prassi per il gruppo FS, per l’ANAS e per il Ministero delle Infrastrutture che, anziché rafforzarsi al loro interno e correggere le vistose inefficienze di spesa e di gestione degli investimenti, preferiscono seguire la scorciatoia dei commissariamenti, come se questi avessero poteri magici capaci di togliere dal pantano le opere che si sono incagliate o rischiano di esserlo prima ancora di cominciare.

Lo straordinario diventa ordinario. Con tutte le opere che aumenteranno esponenzialmente i loro costi, dato l’aumento delle materie prime e dell’energia, i commissari senza portafoglio serviranno solo da foglia di fico. Meglio sarebbe ridurre gli interventi alle sole opere prioritarie definite sulla base di un’analisi costi-benefici, delle criticità conclamate e delle indicazioni strategiche dei Ministeri competenti. La responsabilità della redazione delle valutazioni quando è stata fatta è affidata al gestore della infrastruttura. Per cui le analisi costi-benefici delle nuove infrastrutture stradali o ferroviarie sono definite da Anas e da RFI (gruppo FS). I destinatari delle risorse pubbliche saranno gli stessi che finanzieranno il progetto esaminato.

Il Ministro Giovannini ha detto che “abbiamo disperato bisogno di fare presto”. Facile prevedere che anziché far presto faremo peggio, in ritardo e i costi lieviteranno al punto da bloccare molte delle opere programmate. Ancora una volta si preferisce spendere per spendere, malissimo.

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