In primo grado erano stati condannati entrambi all’ergastolo. "Il sacrificio di mio marito non deve essere dimenticato: un servitore dello Stato ucciso nel momento più felice della sua vita. Il dovere della memoria non è solo di noi familiari ma è di tutti", ha detto dopo la sentenza Rosa Maria Esilio, vedova di Cerciello
Condanne confermate ma ridotte per l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega. La corte d’Assise d’Appello di Roma ha diminuito le condanne per Finnegan Lee Elder e per Gabriel Natale Hjorth, responsabili dell’omicidio del vicebrigadiere ucciso con undici coltellate nel luglio del 2019. Per Elder la condanna scende a 24 anni, mentre per Hjorth a 22 anni. In primo grado erano stati condannati entrambi all’ergastolo. “Il sacrificio di mio marito non deve essere dimenticato: un servitore dello Stato ucciso nel momento più felice della sua vita. Il dovere della memoria non è solo di noi familiari ma è di tutti”, ha detto dopo la sentenza Rosa Maria Esilio, vedova di Cerciello.
“Siamo soddisfatti perché al di la delle pene l’impianto accusatoria ha retto. Nessuna sentenza potrà lenire il dolore nel cuore della vedova Rosa Maria Esilio. Certamente con questa sentenza il sacrificio di un uomo dello Stato quale Mario Cerciello Rega non è stato vano”, ha commentato l’avvocato Massimo Ferrandino, legale della vedova. Molto più polemiche le dichiarazioni degli avvocati degli imputati. “Sono state concesse le attenuanti generiche. Non nascondo una grande delusione. Avevamo dimostrato l’estraneità di Gabriel Natale a questo fatto omicidiario, non aveva previsto l’omicidio, che non era prevedibile. Ci aspettavamo fosse riconosciuta la sua innocenza, leggeremo le motivazioni perché credo che non sarà facile motivare una condanna in una vicenda così complessa”, dice l’avvocato Francesco Petrelli, difensore con Fabio Alonzi di Natale Hjorth. Molto duro Renato Borzone, difensore insieme a Roberto Capra di Finnegan Lee Elder: “Che schifo. Un compromesso per cercare di salvare un mentitore ma noi contiamo sempre sull’estitenza di un giudice a Berlino e a Strasburgo“.