Iniziano ad assumere una qualche consistenza i piani europei per ridurre la dipendenza dal gas russo che ad oggi fornisce il 40% del combustibile consumato nel Vecchio Continente. Ogni anno da Mosca arrivano in Europa circa 100 miliardi di metri cubi di gas che garantiscono al paese incassi per circa 800 milioni di dollari al giorno. Flussi che non si sono mai interrotti. Uno dei paesi più dipendenti dal gas russo è la Germania. Berlino ha ora avviato colloqui con la Norvegia sulla possibilità di costruire una condotta tra i due paesi per l’idrogeno. Oslo e Berlino hanno in programma di condurre presto uno studio di fattibilità sul progetto. “Nei prossimi mesi e anni, sarà estremamente importante accelerare lo sviluppo di fonti di energia alternative per l’Europa come sostituti del gas e del petrolio russi e sviluppare le infrastrutture necessarie per questo”, hanno affermato Germania e Norvegia in una dichiarazione congiunta.
Il cancelliere Olaf Scholz ha promesso di rafforzare gli impianti di stoccaggio del gas per ridurre le conseguenze di potenziali interruzioni dell’approvvigionamento. Il governo sta inoltre acquistando gas naturale liquefatto, sostenendo gli sforzi per costruire nuovi terminali Gnl e spingendo per una più rapida espansione delle energie rinnovabili. Resta invece congelato sine die il gasdotto Nord Stream 2 che collega Russia e Germania e ha una capacità di 55 miliardi di metri cubi l’anno. Il gasdotto, costato oltre 10 miliardi di euro, è pronti ma non è mai entrato in funzione. Ieri la Francia ha annunciato di essere pronta ad avviare colloqui con la Spagna per la costruzione di un gasdotto che colleghi i due paesi attraversando i Pirenei. Parigi che in passato aveva declinato le proposte di Madrid su questo progetto è ora disposta a discutere la fattibilità del cosiddetto gasdotto Midcat, ha affermato Jean-Michel Casa, ambasciatore francese a Madrid. La Spagna dispone di circa un quarto della capacità di rigassificazione europea ma le reti su terra non sono in grado di integrare pienamente i terminal su mare con le condotte europee.
La società che gestisce il Tap, il gasdotto, lungo 878 km, si collega con il Trans Anatolian Pipeline al confine turco-greco, attraversa la Grecia e l’Albania e il Mar Adriatico e poi approdare in Puglia, ha comunicato che in 14 mesi ha trasportato in Europa un totale di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale proveniente dall’Azerbaigian, di cui circa 8,5 hanno raggiunto l’Italia. IL Tap ha una capacità masisma di circa 10 miliardi di metri cubi l’anno.