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Claudia Bernardi, la ex modella trovata morta nella sua casa a Venezia: aveva 53 anni, la polizia indaga

Una vita complicata, dopo le aspirazioni di sfondare nel mondo della moda. Le dipendenze, contratte quando ambiva al mondo delle passerelle a Milano. La morte della madre: per lei una tragedia. Il figlio affidato al nonno. Da 10 anni più nulla. Lei lo raccontava con la sua sincerità. Le volevano tutti bene e bar e negozi, come quello di alimentari vicino a casa, le permettevano di far consumazioni e spesa a credito

L’ultimo post su Facebook la ritrae com’era: bella, bellissima, anche con un cappello blu calcato in testa e il paio di occhialoni scuri che erano diventati l’accessorio distintivo della sua figura. Un passato da modella e reginetta di bellezza, che aveva tentato anche le selezioni per Miss Italia. Poi c’è un silenzio durato 13 giorni, in cui a scriverle sono solo amici, ma lei non pubblica più nulla. L’ultimo messaggio, anche questo di un amico, rivela a tutti i frequentatori del social la tragica verità: “Sono venuto a sapere della tua scomparsa e non ci voglio credere”. Perché Claudia Bernardi è morta. E’ morta a 53 anni e la sua scomparsa è un giallo, che ora la polizia sta cercando di districare.

Ogni morte a Venezia porta con sé la suggestione che deriva dal riferimento letterario. Ma nella città dei calli Claudia era diventata una celebrità locale. Per il suo carattere espansivo, la sua disponibilità a parlare con tutti, se poteva di dare una mano. Se la ricordano tutti così: al tavolino di un bar, sempre lo stesso, ogni mattina, a far colazione con una brioche e un cappuccino. Allegra, a far quattro chiacchiere con chi le si avvicinava. Ma il tavolino è rimasto vuoto dall’inizio di marzo. Per qualche giorno si è pensato a un isolamento volontario. Magari per riflettere su un’esistenza, come si ricostruirà dopo, non facile. Poi, quando le telefonate hanno continuato a non ricevere risposta, i parenti e gli amici hanno chiamato i vigili del fuoco. L’hanno trovata riversa a terra, senza vita. Diversi lividi sul corpo. Vicino il telefonino, dove ancora c’era l’ultimo messaggio WhatsApp inviato da un amico. Ma lei non aveva risposto: non c’era la spunta blu.

Per inquadrare meglio la dimensione di questo mistero veneziano bisogna iniziare a raccontare chi era Claudia Bernardi. Era stata in corsa anche per il titolo di Miss Italia. Nel 2019, oggetto quasi inconsapevole di uno scatto, era tornata protagonista delle cronache. Lei è la donna che durante l’acqua alta che invase la città (qualcuno ricorderà il commovente appello del sindaco Brugaro in tv) alzava la gonna per non bagnarla. Una vita complicata, dopo le aspirazioni di sfondare nel mondo della moda. Le dipendenze, contratte quando ambiva al mondo delle passerelle a Milano. La morte della madre: per lei una tragedia. Il figlio affidato al nonno. Il lavoro ormai finito nel 2007 al Casinò, dove aveva lavorato al cerimoniale e poi all’ufficio delle tessere. Era finita in tribunale, la vicenda, perché (questa l’accusa) aveva intascato dei soldi.

Poi qualche lavoretto. Da 10 anni più nulla. Lei lo raccontava con la sua sincerità. Le volevano tutti bene e bar e negozi, come quello di alimentari vicino a casa, le permettevano di far consumazioni e spesa a credito. “L’ho vista l’ultima volta una decina di anni fa – rivela un amico – e le ho offerto uno spritz. Che notizia orribile”. I primi esami escludono che ci sia stata violenza. L’ipotesi che prevale nelle prime ore è quella di un abuso si medicinali o di sostanze. I lividi sarebbero la conseguenza di una brutta caduta. Nessuno l’avrebbe sentita. Siamo in calle dei Zoti, è una casa su due piani con un ingresso indipendente. Non ci sono vicini, perché qui, a dieci minuti da Rialto, Venezia vive la sua spoliazione della popolazione locale a favore di locazioni per i turisti e seconde case. Le forze dell’ordine però non vogliono chiudere il caso primi di aver verificato tutto. Gli ultimi contatti, il giro delle amicizie, le telefonate e i messaggi. Resta il dolore del padre Claudio, che l’ha ritrovata senza vita insieme ai pompieri. Racconta al Corriere del Veneto: “Quando è nata nel 1969 gli psicologi infantili non esistevano. Ci siamo ritrovati a doverla gestire quando era già una adolescente problematica. Era bellissima, l’aver iniziato con il mondo della moda e dei concorsi di bellezza l’ha fatta finire negli ambienti sbagliati”.