“In questo momento bisogna cambiare paradigma: l’unica vera sfida nei prossimi mesi è mettere in sicurezza i fragili. Tutti questi decessi che vediamo ogni giorno non riguardano persone non vaccinate, ma soggetti fragili che hanno fatto il vaccino. E ci dicono che dobbiamo proteggere loro: adottare lo smart working per i lavoratori e, per chi non lavora, creare un filtro, come ad esempio i tamponi molecolari, tra chi sta bene e le persone fragili che, se si infettano, rischiano conseguenze gravi. Questo, per me, è il vero obiettivo, altrimenti avremo un abbassamento dell’aspettativa di vita media“. Lo afferma ai microfoni di “24 Mattino”, su Radio24, Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia Molecolare all’Università di Padova, commentando il nuovo decreto covid del governo Draghi.
Il virologo spiega: “Abbiamo messo tanti sussidi e usato risorse per molte cose inutili. Alle persone fragili con basso reddito, ad esempio, può essere dato un sussidio per i tamponi molecolari alle badanti o ai parenti. Questo filtro, dato dai tamponi molecolari, permette in qualche modo di condurre una vita normale in sicurezza. Quarta dose? Penso che me la farò, anche perché inizio a essere anche un po’ vecchietto. Ma parliamoci chiaro – continua – se uno è fragile, lo è anche con la quarta dose. Cioè, facciamola, ma non sia una foglia di fico per cui ci laviamo la coscienza con la quarta dose, né sia un alibi per non fare altre misure. Se uno è fragile o immunodepresso, di dosi gliene puoi fare quante ne vuoi, sempre suscettibile rimane. Le nuove regole sulla quarantena? Con la variante presente oggi l’impatto della quarantena è limitato. Ripeto, il mio faro è sempre stato la protezione dei fragili”.
E chiosa: “Sin dall’inizio ho detto che il momento in cui la curva cadeva era quello in cui avevamo la massima protezione, perché più passa il tempo più diventiamo vulnerabili. I vaccini purtroppo, sebbene proteggano contro le complicazioni gravi della malattia per la maggior parte delle persone, hanno una durata piuttosto limitata per quanto riguarda la protezione dall’infezione. Recentemente sono stati pubblicati studi su 800mila casi, che dimostrano che anche la terza dose dopo 3-4 mesi ha un effetto molto limitato rispetto alla protezione dal contagio“.