Stando a quanto riferito dalle autorità locali, nessuna vittima è stata trovata finora sotto le macerie del teatro-rifugio di Mariupol (sud-est dell’Ucraina), colpito dai russi nei giorni scorsi. L’edificio, dove si erano rifugiate oltre mille persone – donne e bambini soprattutto – è rimasto semidistrutto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva parlato di 130 persone salvate e “altre centinaia ancora sotto le macerie”, mentre una prima comunicazione delle autorità aveva parlato di 1.300 rifugiati ancora nei sotterranei dell’edificio. Poi, su Telegram, il consiglio municipale della città ha fatto sapere che non ci sono morti.
Le ricerche però proseguono, perché rimane il timore di trovare vittime. Intanto, dall’Italia, il ministro Dario Franceschini ha offerto aiuto per ricostruire l’edificio appena sarà possibile. Mariupol resta però sotto assedio. Il sindaco della città ucraina sotto tiro, Vadym Boichenko, ha riferito che nelle scorse ore i combattimenti si sono spinti fino al centro urbano dopo tre settimane di bombe. “Continua la battaglia con i tank e con le mitragliatrici. Tutti si nascondono nei bunker”, ha raccontato Boichenko. La sua stima è che oltre l’80% degli edifici sia stato distrutto, e il 30% non potrà essere recuperato: “Non rimane niente del centro città – ha detto – non resta neanche un piccolo pezzo della nostra città che non porti i segni terribili della guerra”.