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Russia, le case farmaceutiche fermano (anche) le esportazioni di botox. “Putin dovrà smettere di usarlo?”

La domanda se la fa il britannico Independent. AbbVie (ABBV.N), proprietaria di Botox dopo aver acquisito l'irlandese Allergan, ne fermerà l'esportazione. Così anche la svizzera Novartis. Ma non saranno solo i farmaci per uso estetico a venire bloccati: stessa cosa per quelli ritenuti non essenziali. La Ely Lilli and Company in una mail inviata alla Reuters ha fatto sapere che un esempio di "non essenziale" è il Cialis

di F. Q.

Tra i farmaci non essenziali che non arriveranno più in Russia in seguito alle sanzioni, anche quelli per la medicina estetica. La cosa, stando a The Independent, riguarderebbe da vicino lo stesso Putin, che secondo diversi rumors farebbe uso di botox. “Putin dovrà smettere di usare il botox a causa delle sanzioni?“, titola il giornale britannico. Una serie di produttori, tra cui AbbVie (ABBV.N), proprietaria di Botox dopo aver acquisito l’irlandese Allergan, ne fermerà l’esportazione. La multinazionale americana opera anche nel settore biofarmaceutico con prodotti, sia biologici sia di sintesi chimica, focalizzati su un nucleo di aree terapeutiche specifiche come la neuroscienza, l’immunologia, l’oncologia, le malattie renali. Non verrà sospesa la fornitura di farmaci o dispositivi essenziali e salvavita ma verranno interrotti gli investimenti in Russi. Stessa cosa per quanto riguarda la svizzera Novartis. “Sebbene sia importante vedere le grandi aziende, anche nel settore farmaceutico, prendere una posizione proattiva contro la guerra e l’invasione, qualsiasi passo sospenda le forniture mediche, anche per articoli non essenziali, potrebbe mettere a rischio la salute dei pazienti russi”, il commento di Anant Bhan, ricercatore globale di salute e bioetica, alla Reuters. Non sono solo i farmaci per uso estetico quelli che non arriveranno più in suolo russo. La Ely Lilli and Company continuerà a fornire medicinali importanti per curare cancro e diabete ma sul sito della compagnia, in un post intitolato “Lilly and Lilly Foundation Provide support for People in Ukraine“, fa sapere che il ricavato dei prodotti venduti in Russia sarà devoluto a organizzazioni umanitarie che operano in Ucraina. E la stessa Ely Lilli and Company non manderà farmaci non ritenuti essenziali: in una mail inviata alla Reuters, la casa farmaceutica ha fatto sapere che un esempio di “non essenziale” è il Cialis.

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