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Zelensky, i fedelissimi che dal mondo dello spettacolo oggi gli sono accanto nella “guerra della comunicazione”

Per capire sua capacità di maneggiare le armi della “guerra mediatica” che si sta combattendo in parallelo a quella sul campo nelle principali città dell’Ucraina. Per trovare la risposta bisogna tornare indietro nel tempo di quasi vent’anni e guardare ai fondatori di Kvartal95, Quartiere95, lo studio di produzione che Zelensky fondò nel 2003 con un gruppo di amici e colleghi

Chi c’è dietro la comunicazione di Volodymyr Zelensky e come ha fatto in poche settimane il presidente ucraino a diventare uno dei leader più carismatici e popolari al mondo? È questa la domanda che si fanno gli addetti ai lavori (ma non solo) e gli osservatori più attenti, impressionati dalla sua capacità di maneggiare le armi della “guerra mediatica” che si sta combattendo in parallelo a quella sul campo nelle principali città dell’Ucraina. Per trovare la risposta bisogna tornare indietro nel tempo di quasi vent’anni e guardare ai fondatori di Kvartal95, Quartiere95, lo studio di produzione che Zelensky fondò nel 2003 con un gruppo di amici e colleghi che comprende “attori, gente di spettacolo, manager, scrittore, avvocati che si conoscevano sin dai tempi delle scuole”, rivela Repubblica. Al centro del progetto c’era e c’è ovviamente il carismatico Zelensky, che negli anni ha scalato le vette del successo grazie ad uno show comico molto popolare in Ucraina, alla vittoria dell’edizione locale di Ballando con le stelle (nel 2006) e poi soprattutto grazie al boom di ascolti de Il servitore del popolo, serie cult andata in onda dal 2015 al 2019, in cui profeticamente interpretava un insegnante di storia in un Liceo che diventa all’improvviso capo dello Stato (in Italia si è appena accaparrata i diritti La7).

CHI SCRIVE I DISCORSI DI ZELENSKY

Della serie, Zelensky non è stato solo l’ideatore e il regista ma anche il co-sceneggiatore con altri amici storici, tra cui Yuriy Kostyuk, che oggi è il vicecapo dell’Ufficio del presidente e all’epoca “scriveva battute pungenti ma sapeva aggiungere quel tocco di melò che piaceva alle famiglie”. Ancora oggi Kostyuk ha un ruolo cruciale nella comunicazione tanto da essere considerato “l’arma segreta” del presidente: “Il 70% del contenuto dei discorsi pubblici che avete sentito è farina del sacco di Zelensky, supportato da advisor diplomatici. Il resto è lasciato alla creatività di Kostyuk“, ha rivelato a Repubblica il portavoce del presidente, Sergey Nikiforov. Le strategie comunicative le stabilisce invece con Andriy Yermak, attuale capo dell’ufficio presidenziale, già produttore televisivo con Kvartal95 (ci sono loro anche dietro al video diffuso al Congresso americano, due minuti e mezzo in cui si mostra l’Ucraina di tre settimane fa e quella di oggi devastata dagli invasori russi).

I VIDEOMESSAGGI E I LOOK DEL PRESIDENTE

Nella “guerra della comunicazione” tutto è studiato nei dettagli. Se Putin appare sempre in giacca e cravatta, da settimane Zelensky indossa solo indumenti militari. Se Putin si mostra asettico e imperscrutabile, Zelensky punta su empatia e frasi ad effetto (in collegamento con il parlamento inglese ha citato Churchill, con quello americano ha detto che in Ucraina “ogni giorno è l’11 settembre”, al Bundestag ha evocato il “nuovo muro di Berlino innalzato da Putin”). E se Putin tiene gli interlocutori distanti almeno sei metri, Zelensky fa sapere si essere circondato da decine di collaboratori, di cui almeno cinque sempre con lui. Sono il “cerchio magico” che lo aiuta a preparare i video messaggi, mai meno di tre al giorno, tradotti in inglese e diffusi via Telegram. Compreso quello diramato dieci minuti dopo la notizia di una sua presunta fuga all’estero: per sbugiardare la propaganda russa, prese lo smartphone e scese in strada davanti a Palazzo Mariinskij, la sede presidenziale diventata il bunker dove vive anche la moglie Olena Zelenska. “Quelle sono intuizioni che ha da solo, è un tipo brillante e intelligente e non ha bisogno di spin doctor”, aggiunge Nikiforov.