Adesso nessun potrà più dire di non conoscerlo, di essere stupito. Nessun potrà più chiedersi “chi è costui?”. Perché Marcell Jacobs impone la sua legge anche ai Mondiali indoor, anche nei 60 metri. Campione del mondo ed europeo più veloce della storia sulla distanza, coperta in 6″41. Marcell Lamont Jacobs da Desenzano sul Garda sa solo vincere. La magia della velocità azzurra continua, sempre grazie a lui. Dopo i titoli olimpici nei 100 e nella 4×100, l’azzurro mette tutti in riga anche sulla pista di Belgrado: il favorito Christian Coleman battuto al fotofinish, l’altro statunitense Marvin Bracy staccato di 3 centesimi.

“Sono contento e orgoglioso, sapevo di dover andare più veloce quando contava”, ha commentato il campione di tutto ai microfoni di Rai Sport. Poi un sassolino tolto dalla scarpa, con stile: “Quello che ho fatto alle Olimpiadi non era un caso, è frutto della dedizione nel lavoro in questi anni. Adesso spero di sognare ancora sui 100 metri nella stagione all’aperto”, ha aggiunto. Ecco, non era un caso. Dall’altra parte dell’Oceano e in Gran Bretagna si interrogavano su chi fosse la freccia azzurra spuntata sulla pista di Tokyo, Jacobs non si curava di loro. Ha staccato la spina, rifiato e ricominciato a lavorare con Paolo Camossi e la sua mental coach.

Al diavolo quelle mezze ombre buttate lì, quelle maldicenze per aver messo piede tra i re della disciplina, da sempre affare britannico, statunitense o caraibico. Adesso invece la velocità mondiale, al chiuso o all’aperto, parla italiano. Anche in Serbia, tutti dietro. Batteria senza strafare, un super 6″45 stampato in semifinale e poi i 60 più importanti corsi da campione. Con Bracy e Coleman entrambi alla sua sinistra, Jacobs è uscito bene dai blocchi. Quindi ha iniziato a scaricare tutta la sua potenza sul tartan di Belgrado, un passo dopo l’altro.

Bracy ripreso dopo 30 metri, la testa messa avanti ai 40 con Coleman, al rientro dopo 18 mesi di squalifica per aver saltato tre controlli antidoping, rimasto lì e pronto a rientrare. Testa a testa fino al traguardo, quindi il fiato sospeso. Prima uno o prima l’altro? Il record europeo sicuramente in tasca, con il cronometro fermato a 6″41, poi il responso del fotofinish. La prima zampata a tagliare la linea è stata quella dell’italo-texano, tre millesimi più veloce di Coleman. Statunitensi costretti a inchinarsi, la velocità è affare italiano: in cattedra c’è sempre e solo Marcell Lamont Jacobs. Campione olimpico, campione del mondo, campione di tutto.

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