Dopo 600 ore di lavoro parte del personale della centrale nucleare di Chernobyl è stato finalmente sostituito da 46 volontari che assicureranno il funzionamento in sicurezza della centrale nucleare dismessa. Evacuati anche civili presenti in quel territorio. Complessivamente sono state evacuate 64 persone. Tra queste, 50 dipendenti di Chernobyl; nove impiegati della Guardia nazionale dell’Ucraina (otto donne ed un paziente affetto da cancro); un impiegato del servizio di emergenza dello Stato.
Nei giorni scorsi molti erano stati gli allarmi per l’assenza di energia elettricità registrata per ben due volte e con uno scambio di accuse tra Kiev e Mosca. Il personale – che era in servizio dal 23 febbraio – non era più in grado secondo quando riferito dall’autorità ucraine di effettuare “riparazioni e manutenzione” delle apparecchiature di sicurezza, anche “a causa dell’affaticamento fisico e psicologico” in quanto in servizio “ininterrottamente da quasi tre settimane”. Una situazione, comunicata da Energoatom all’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che nei giorni scorsi aveva mandato in allarme anche l’autorità dell’Onu che aveva espresso “preoccupazioni per la sicurezza” anche per quanto riguardava il “trasporto” del personale “al di fuori della zona di esclusione”. E anche l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) era intervenuta
L’Aiea aveva inoltre sottolineato di non avere “comunicazioni dirette” con il personale, ma di ricevere “informazioni dalla gestione della centrale” da al di fuori della sede. Il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi aveva affermato che “la situazione sempre più grave che deve affrontare il personale” di Chernobyl, “unita ai persistenti problemi relativi alle comunicazioni dal sito e al problema dell’alimentazione“, ha aggiunto “ulteriore urgenza a un’iniziativa dell’Aiea volta a garantire la sicurezza nel nucleare ucraino”. Secondo la società elettrica ucraina Ukrenergo, tra l’altro, la linea elettrica – che era stata riparata – è stata “nuovamente danneggiata”. Grossi ha spiegato di aver proposto un accordo quadro che “consentirebbe all’Aiea di fornire assistenza tecnica e di altro tipo per il funzionamento sicuro e protetto” di tutti gli impianti nucleari ucraini.