Informazione a senso unico e concentrata sul conflitto 24 ore su 24. L’ultimo decreto firmato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e giustificato con lo stato di guerra nel quale si trova il Paese ha riportato le opposizioni nel Paese a criticare il capo dello Stato che ha deciso di unificare tutti i canali televisivi ad un’unica piattaforma di “comunicazione strategica” .
Lo rendono noto alcuni media locali che citano Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente e capo negoziatore ucraino, che ha voluto rassicurare l’Unione europea sul fatto che il provvedimento non prevede la chiusura di alcuna rete, ma solo un’unificazione delle trasmissioni in questo periodo di resistenza armata contro l’invasione russa.
Ma le opposizioni insorgono contro un provvedimento che è stato letto come un abuso da parte del governo di Kiev, anche per evitare qualsiasi possibile critica nei propri confronti sulla gestione dell’emergenza. Una decisione che, tra l’altro, arriva nel giorno in cui lo stesso Zelensky ha annunciato che sarà limitata e posta sotto controllo l’attività di 11 partiti politici ucraini, alcuni dei quali avrebbero legami diretti con Mosca, fino a quando rimarrà in vigore la legge marziale. Fra questi c’è la Piattaforma d’opposizione – Per la Vita, uno dei maggiori partiti filo-russi rappresentato nel Parlamento di Kiev. Ci sono poi il Blocco d’Opposizione, il Partito di Shariy, Nostro, Opposizione di Sinistra, Unione delle Forze di Sinistra, Stato, Partito socialista progressista ucraino, Partito Socialista dell’Ucraina, Socialisti, e Blocco Vladimir Saldo. Decisione criticata dal presidente della Duma russa, Viacheslav Volodin, che citato dalla Tass, afferma che “il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha commesso un altro errore vietando il lavoro di 11 partiti, compresi quelli parlamentari. Una decisione che comporta una spaccatura nella società”.
Aggiornato alle 17.27