Avere una relazione sentimentale e una vita sessuale indipendente, ricevendo anche informazioni corrette e facilmente fruibili per godere di una sana e libera sessualità. Questi sono i temi su cui è incentrata la Giornata mondiale sulla sindrome di Down che si celebra il 21 marzo. La campagna internazionale di sensibilizzazioni a cui aderisce CoorDown, un coordinamento di 53 associazioni, si intitola quest’anno “JUST THE TWO OF US”. A rappresentare la campagna c’è un video Just The Two Of Us | CoorDown | World Down Syndrome Day 2022 – YouTube che, attraverso un crescendo di scene al limite del grottesco, racconta in maniera iperbolica di come le famiglie, specie quando si tratta di relazioni affettive-amorose, possano però diventare una presenza eccessivamente ingombrante nella vita delle persone con disabilità intellettiva. I protagonisti della campagna sono Kenya Koene e Liam de Waele, due giovani olandesi di 20 e 21 anni, che si sono conosciuti sul set di una web serie e stanno insieme anche nella vita. Lavorano entrambi in una mensa. Lei pratica fitness ed è una ballerina con quattro titoli nazionali, lui appassionato di vlogging, pratica basket, il fitness, lo sci, lo snorkeling. Entrambi hanno già diverse esperienze come modelli e attori.

“La sessualità è un tema sicuramente scomodo, coperto da tabù che hanno radici culturali profonde, ma allo stesso tempo è un tema che, rappresentando le persone con sindrome di Down, volevamo affrontare perché si tratta, oltre che del riconoscimento di un diritto, anche del riconoscimento di un bisogno”. A dirlo a Ilfattoquotidiano.it è Antonella Falugiani, presidente di CoorDown ODV. “Esistono diverse barriere, più o meno evidenti, che impediscono lo sviluppo sessuale ed emotivo delle persone con disabilità intellettiva e quindi ne limitano il benessere psico-fisico ed è il momento di provare ad abbatterle – aggiunge -. Le persone con sindrome di Down non sono né “angeli asessuati” e neppure “demoni” incapaci di gestire i loro impulsi”. Control è sponsor dell’iniziativa e supporterà il lancio di questa campagna con un’attività sui suoi canali social dedicata all’informazione sul tema, attraverso le testimonianze di giovani con sindrome di Down, che raccontano le proprie storie ed esperienze di coppia.

“Abbattiamo i pregiudizi”, ecco alcune storie di coppie di persone con sindrome di Down – Nino Genua ha 23 anni, Olivia Watkins, 29 (nella foto) e vivono a Bristol, Regno Unito. Sono una coppia da sette anni ormai. Si sono incontrati ad un evento sportivo nel 2015, Nino ha chiesto ad Olivia di uscire insieme, un invito ad una serata in discoteca nel loro club giovanile locale. “Per la mia vita desidero sposare Olivia, vivere insieme, avere un futuro felice” racconta Nino. Olivia aggiunge: “Il nostro futuro è sposarci e vivere insieme, non abbiamo pianificato nulla ma abbiamo alcune idee da realizzare. L’amore viene prima di tutto”. Tathi e Vinicius, sono entrambi brasiliani, hanno 34 e 37 anni e la loro è una grande storia d’amore. “L’amore è quando vedi fiducia e determinazione negli occhi dell’altro. L’amore è più della relazione tra due persone: è essere maturi, responsabili”, dicono. “Non voglio più stare lontano da lui – aggiunge Tathi-. Stiamo per sposarci e questo è stimolante. Spero che porterà a me e a Vinicius cose meravigliose, come a qualsiasi altra coppia”. Nicolò Galimberti, 25 anni, e Paola Barbesta, 22, si conoscono da molti anni e da 7 sono una coppia. Si sono conosciuti durante le attività di AGPD Milano e frequentato per due anni la stessa scuola superiore. Vivono in Brianza, in due paesi a 10 minuti di macchina di distanza. Tutti i sabato frequentano il corso di teatro dell’associazione e stanno svolgendo anche un percorso di formazione al lavoro in un’azienda agricola, grazie a un progetto dell’Associazione Corimbo Onlus. Nicolò dice: “Non so cos’è l’amore, ma io so amare. Vorrei una casa al mare per me e per Paola”. E lei aggiunge: “Per il mio futuro voglio stare insieme a Nico, mi voglio sposare, quando sarò grande. C’è un po’ di fatica adesso perché c’è sempre qualcuno insieme a noi, non stiamo abbastanza da soli”.

Guerra in Ucraina, la solidarietà di CoorDown – Gli organizzatori hanno deciso di realizzare il loro più importante evento annuale anche se è in corso la guerra in Ucraina, con conseguenze gravissime per la popolazione ucraina e non solo. Le persone con disabilità, che sono tra le più vulnerabili in ogni crisi umanitaria, stanno pagando il prezzo più alto. “Sicuramente non basta esprimere solidarietà – dice al Fattoquotidiano.it Antonella Falugiani presidente di CoorDown ODV – è necessario agire concretamente e CoorDown si metterà a disposizione con le sue associate per dare supporto alle famiglie ucraine arrivate in Italia. Ogni sforzo possibile sarà fatto per dare il nostro piccolo ma tangibile contributo”. Per questo rilanciano in occasione del 21 marzo l’appello alla raccolta fondi avviata da Down’s Syndrome Association sulla piattaforma internazionale Just Giving. (Il link per chi vuole donare)

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