“Un piano ambizioso di azione per rafforzare la sicurezza dell’Unione europea e la politica di Difesa entro il 2030” con queste parole il Consiglio europeo ha formalmente approvato lo Strategic Compass, la cosiddetta bussola strategica. Lo rende noto un comunicato: “L’ambiente di sicurezza più ostile ci richiede di fare un salto di qualità e aumentare la nostra capacità e volontà di agire, rafforzare la nostra resilienza e investire di più e meglio nelle nostre capacità di difesa”. Nel dettaglio, attraverso la bussola strategica l’Ue prevede di rafforzare la capacità di reazione in caso di crisi, con il dispiegamento rapido fino a 5.000 militari che siano in grado, tra le altre cose, di evacuare cittadini europei da zone a rischio o di portare sostegno medico, e di 200 esperti di missione. Previste poi regolari esercitazioni congiunte, che cominceranno nel 2023 con l’obiettivo di rendere operativo l’Eu Rapid Deployment Capacity nel 2025. La capacità di difesa rafforzata dell’Ue “è complementare alla Nato, che rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri”, puntualizzano i ministri degli esteri e della difesa in una nota. L’accordo raggiunto oggi sarà sottoposto ai leader Ue riuniti a Bruxelles giovedì e venerdì.
“Le minacce sono in aumento e il costo dell’inazione è chiaro. La bussola strategica è una guida per l’azione. Stabilisce un percorso ambizioso per la nostra politica di sicurezza e difesa per il prossimo decennio. Ci aiuterà ad affrontare le nostre responsabilità di sicurezza, di fronte ai nostri cittadini e al resto del mondo”, ha commentato l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.
L’adozione della bussola strategica è un “momento storico: è una svolta per l’Ue come ente che fornisce sicurezza. Si tratta di un segnale molto forte di unità e determinazione e arriva in un momento chiave. Questa non è una risposta alla guerra in Ucraina, abbiamo cominciato a lavorarci due anni fa, ma il momento è tempestivo”, ha proseguito Borrell. “Non vogliamo creare un esercito europeo: ci sono eserciti al plurale europei che continueranno ad essere nazionali, come lo sono oggi, ma bisognerà coordinarsi a livello della spesa”, ha aggiunto in conferenza stampa, sottolineando la necessità per l’Ue di “poter reagire alle crisi” come quella in Ucraina. “Uno dei modi per farlo – ha proseguito – è” utilizzando “la forza di dispiegamento rapida che è stata approvata. Gli Stati membri potranno così mobilitare 5mila truppe, esercitate e attrezzate per reagire alle crisi. Potremmo rafforzare le capacità di controllo e comando, svolgeremo esercitazioni congiunte per la prima volta. Questo è inedito: fuori dal contesto Nato non era mai successo”.
Secondo il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, l’adozione della Bussola Strategica avvenuta il 21 marzo, l’Ue “raggiunge un traguardo importante. È il primo passo verso l’Europa della Difesa. Ora è necessario implementarla. Stiamo rafforzando la capacità di difesa comune in un momento storico che lo richiede e che segna un autentico spartiacque in tema di sicurezza collettiva”.
Secondo quanto riferito dal Consiglio, la Bussola offre all’Unione europea un piano d’azione per rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell’Ue entro il 2030. Il piano copre gli aspetti della politica di sicurezza e difesa ed è strutturata attorno a quattro pilastri: agire, proteggere, investire e collaborare. Per quanto riguarda il primo – ‘agire’-, in caso di emergenza l’Ue si appresta a: istituire una forte capacità di schieramento rapido dell’Ue fino a 5000 soldati per diversi tipi di crisi; essere pronta a schierare 200 esperti di missione Psdc (politica di sicurezza e difesa comune) completamente attrezzati entro 30 giorni, anche in ambienti complessi; condurre regolari esercitazioni dal vivo a terra e in mare; migliorare la mobilità militare; rafforzare le missioni e le operazioni della Psdc (Politica comune di difesa e di sicurezza) civili e militari dell’Ue promuovendo un processo decisionale rapido e più flessibile, agendo in modo più solido e garantendo una maggiore solidarietà finanziaria; fare pieno uso del Fondo europeo per la pace per sostenere i partner. In merito al pilastro ‘proteggere’, l’unione punta a potenziare le sue capacità di analisi dell’intelligence; sviluppare Hybrid Toolbox e Response Team che riuniscono diversi strumenti per rilevare e rispondere a un’ampia gamma di minacce ibride; implementare ulteriormente il Cyber Diplomatic Toolbox e istituire una politica dell’Ue in materia di ciberdifesa per essere meglio preparati e rispondere agli attacchi informatici; – sviluppare strumenti per la manipolazione e l’interferenza delle informazioni estere; avviare una strategia spaziale dell’Ue per la sicurezza e la difesa; rafforzare il ruolo dell’Ue come attore della sicurezza marittima. Per quando riguarda la voce ‘investire’, l’Ue si appresta a: condividere gli obiettivi nazionali sull’aumento e sul miglioramento della spesa per la difesa per soddisfare le esigenze di sicurezza; fornire ulteriori incentivi agli Stati membri affinché si impegnino nello sviluppo di capacità collaborative e investano congiuntamente in abilitatori strategici e capacità di prossima generazione per operare a terra, in mare, nell’aria, nel dominio cibernetico e nello spazio extraatmosferico; promuovere l’innovazione tecnologica della difesa per colmare le lacune strategiche e ridurre le dipendenze tecnologiche e industriali. Infine il capitolo ‘collaborare’. L’Ue punta a rafforzare la cooperazione con i partner strategici quali la Nato, l’Onu e i partner regionali, tra cui l’Osce, l’Ua e l’Asean; sviluppare partenariati bilaterali più personalizzati con paesi che la pensano allo stesso modo e partner strategici, come Stati Uniti, Canada, Norvegia, Regno Unito, Giappone e altri; sviluppare partenariati su misura nei Balcani occidentali, nel nostro vicinato orientale e meridionale, in Africa, in Asia e in America Latina, anche attraverso il rafforzamento del dialogo e della cooperazione, la promozione della partecipazione a missioni e operazioni Psdc e il sostegno allo sviluppo delle capacità.