“Sembra strano, ma è fondamentale mantenere un adeguato stile di vita, anche per la vitalità e i nostri annessi cutanei quali i capelli, commenta il dottor Fabio Firenzuoli, medico fitoterapeuta, direttore del Cerfit, Centro di ricerca e innovazione in Fitoterapia dell’Azienda ospedaliera universitaria Careggi e docente di fitoterapia clinica all’Università di Firenze
Quando si parla di salute dei capelli, del mantenimento di una bella chioma, l’attenzione va sempre su quale tipo di shampoo, balsamo o maschere siano da utilizzare o quali lozioni salva capelli abbiano maggiore efficacia. La bellezza dei capelli è però direttamente proporzionale alle condizioni di salute del cuoio capelluto. “Sembra strano, ma è fondamentale mantenere un adeguato stile di vita, anche per la vitalità e i nostri annessi cutanei quali i capelli, commenta il dottor Fabio Firenzuoli, medico fitoterapeuta, direttore del Cerfit, Centro di ricerca e innovazione in Fitoterapia dell’Azienda ospedaliera universitaria Careggi e docente di fitoterapia clinica all’Università di Firenze. “I fattori più importanti da controllare”, prosegue l’esperto, “sono: lo stress, da ridurre costi quel che costi; il fumo, ovviamente da eliminare se presente; l’alimentazione che deve essere ricca in frutta, verdura, pesce e cereali, con riduzione dei grassi di origine animale (carni e formaggi). Il tutto mantenendo un costante e buon livello di attività fisica all’aperto”.
E sul fronte dei nutrienti?
“Sono indispensabili la presenza di vitamine e oligoelementi per la vita del capello: ferro, rame magnesio, vitamina B12, acido folico, così come lignani, lipidi e proteine. Arginina e cisteina: sembra agiscono il primo come stimolatore dell’attività di crescita e la cisteina come aminoacido, precursore del glutatione, necessario alla formazione e sviluppo del capello. L’acquisizione giornaliera di miglio, equiseto, ortica in forma secca o in tisana lungo tutto il periodo autunnale può aiutare a reintegrare questi oligoelementi. Sono disponibili estratti di alghe azzurre, con profili proteici ricchi di aminoacidi solforati, simili a quello della cheratina del capello, ma anche caroteni, ferro e omega3”.
In che percentuale incide il fattore genetico sulla caduta dei capelli?
“Moltissimo: l’alopecia androgenetica prevede la presenza nel proprio patrimonio genetico di questa predisposizione che può essere trasmessa, con uguale probabilità, sia dal padre che dalla madre. Affligge soprattutto gli uomini, fin dall’età giovanile e, seppur in misura minore, le donne in particolare nel periodo della menopausa. La perdita di capelli può esser correlata anche a chemioterapia, patologie immunologiche e dismetabolismi anche di natura ormonale”.
Ci sono piante che possono aiutare a mantenere forti i capelli?
“Oltre all’impiego di famaci, la fitoterapia offre possibili e interessanti soluzioni. Nei casi per esempio di telogen effluvium (perdita di capelli superiore alla norma, ndr) acuto da stress, possono essere utili rimedi naturali ad azione adattogena come il ginseng o l’eleuterococco. In fase preventiva, durante l’estate, è opportuno proteggersi dai raggi Uv assumendo vegetali ‘carotenici’ che aiutano a mantenere in salute lo strato di melanina nel capello. È possibile anche integrare con estratti ad azione antiossidante come il tè verde o estratto dalla curcuma da soli o in associazione con vitamina E. Quando siamo in presenza di un eccesso di diidrotestosterone (Dht) nel follicolo del capello, prodotto della trasformazione del testosterone per effetto dell’enzima 5-alfa-reduttasi, allora in questi casi è indicato un estratto di Serenoa Repens, che presenta un’attività antiandrogena, sia per via orale sia locale. La Serenoa repens ha dimostrato un certo grado di efficacia nel trattamento dell’alopecia androgenetica, sia pur in misura inferiore alla finasteride, evidenziando una selettività topica della sua azione e manifestando il suo effetto terapeutico in particolare nella regione del vertice della testa. Anche il tè verde può essere utile, per il suo effetto antiossidante, efficace contro i radicali liberi, corresponsabili dell’invecchiamento della pelle e degli annessi cutanei tra cui i capelli. Recentemente è stato osservato anche un effetto antiandrogeno per inibizione della formazione del deidrotestosterone. E ancora, in questa direzione troviamo l’efficacia della Malus pumula L. che con il suo contenuto in procianidina B2 ha dimostrato clinicamente efficacia di incrementare la crescita del capello”.
Le numerose lozioni che troviamo in commercio e che promettono di prevenire la caduta delle chiome quanto sono realmente efficaci?
“A parte i fenomeni di pubblicità ingannevole, certe lozioni possono realmente essere utili in base alla loro composizione e concentrazione in sostanze attive che abbiano una dimostrata efficacia. Spesso coadiuvanti di una terapia medica, erbe comprese, integrata a sana alimentazione. Oltre a estratti di Serenoa, anche alcuni oli essenziali contribuiscono a rivitalizzare il bulbo pilifero, sempre per uso locale. Efficace si è dimostrato pure l’olio di semi di zucca, confrontato con il minoxidil sia clinicamente sia dermoscopicamente. Promettente ancora in ambito sperimentale e in attesa di conferma sull’uomo è l’applicazione topica di estratto idroalcolico di rosmarino che potrebbe avere un effetto protettivo sul danno da testosterone sul bulbo del capello. Da un punto di vista sperimentale l’olio essenziale di rosmarino si è rivelato potenziare l’azione del minoxidil come somministrazione topica nell’alopecia androgenetica”.
Quali miti sui rimedi anticaduta vanno sfatati?
“Ritengo che vada sfatato il mito degli integratori tout court, dando molto più spazio alle attenzioni nutrizionali, alle integrazioni quando in presenza di carenze. E ai farmaci, anche vegetali, quando c’è bisogno di una vera e propria terapia”.