“Precisiamo che la diplopia non è una patologia ma è un sintomo”, ci spiega il dottor Matteo Piovella, Presidente della Società oftalmologica italiana. “La diplopia, quindi il vedere doppio, può essere presente in un solo occhio nelle persone affette da cataratta. Più impegnativa è la diplopia binoculare causata da un disallineamento di posizione tra i due occhi”
Marc Marquez, il pilota di Moto GP, è stato costretto a fermarsi nuovamente dopo la terribile caduta in Indonesia. La causa è la comparsa di una diplopia. Si tratta di un sintomo dell’apparato visivo per cui le immagini si sdoppiano. Dopo specifici esami è stato infatti rilevato che la percezione doppia dell’immagine è dovuta a una paralisi del quarto nervo cranico di destra, con conseguente alterato funzionamento del muscolo obliquo superiore destro, uno dei 12 muscoli responsabili del perfetto sincronismo di come si muovono armonicamente i nostri occhi. Per Marquez potrebbe esserci quindi il rischio di non potere più gareggiare? Ci sono possibilità di recupero? “Precisiamo che la diplopia non è una patologia ma è un sintomo”, ci risponde il dottor Matteo Piovella, Presidente della Società oftalmologica italiana. “La diplopia, quindi il vedere doppio, può essere presente in un solo occhio nelle persone affette da cataratta. Più impegnativa è la diplopia binoculare causata da un disallineamento di posizione tra i due occhi”, sottolinea Piovella. “In pratica, se le due immagini percepite da ogni singolo occhio non riescono più a sovrapporsi perfettamente per un malfunzionamento di uno dei 12 muscoli oculari dedicati, si vede doppio: una condizione innaturale che in casi particolari impedisce anche di camminare. Il disturbo si elimina tappando l’occhio che presenta difficoltà di movimento”.
Dottor Piovella, la diplopia può quindi essere il sintomo della presenza di altre patologie?
“Sì, la diplopia binoculare può essere causata da molteplici malattie sistemiche e oculari, tra cui il diabete e l’ipertensione; oppure le forme espansive intracraniche come i tumori o gli aneurismi. Possono causare diplopia condizioni infiammatorie, per esempio sinusiti e ascessi. In questi casi si associano il dolore e la febbre. Va considerato inoltre l’ipertiroidismo con le sequele correlate all’esoftalmo. Raramente la sclerosi multipla e la miastenia grave. Poco frequente nella miopia elevata. O infine un pregresso strabismo che dopo anni di buon controllo, si scompensa”.
Con quali altri segnali si può manifestare la diplopia?
“Oltre alla visione sdoppiata e, a seconda della causa, presenza di dolore e febbre, una caratteristica è l’anomala posizione del capo o l’abbassamento della palpebra superiore (ptosi palpebrale). La posizione anomala della testa viene istintivamente assunta dal paziente affetto da diplopia nel tentativo di ridurre lo sdoppiamento dell’immagine. Ovviamente con il capo in posizione normale la diplopia si ripresenta. Alla diplopia si possono associare anche sintomi come vertigini e nausea”.
Gli esami da fare per una diagnosi corretta?
“La visita medica oculistica completa di valutazione funzionale dell’apparato oculomotore e sensoriale della visione binoculare eseguiti dall’ortottista sono indispensabili. Eventualmente il test di Hess-Lancaster consente di stabilire quali muscoli oculari presentano delle anomalie di funzionamento e quindi sono responsabili della presenza di diplopia. Per identificare la causa della diplopia può essere necessaria una valutazione neurologica e neurochirurgica e l’esecuzione di esami come la risonanza magnetica, la tomografia computerizzata, la valutazione della funzione tiroidea e la puntura lombare”.
A seconda del tipo di diplopia, quali sono le cure disponibili?
“È essenziale identificare la causa della diplopia per comprendere come poterla curare. In attesa di stabilire cosa l’ha provocata, uno dei primi approcci utili è prescrivere dei particolari occhiali con lenti speciali, chiamate prismatiche, che sono in grado normalmente di compensare la visione sdoppiata. In alcune situazioni è possibile considerare il trattamento con tossina botulinica e in condizioni stabilizzate, si ricorre alla chirurgia a carico dei muscoli oculari che può migliorare la situazione”.