Il ministro dello sviluppo economico ha fatto il punto su punti di forza e criticità della transizione energetica, alla due giorni dedicata alla mobilità che cambia. Sul tavolo i temi dei veicoli elettrici, della neutralità tecnologica, degli impatti occupazionali e del sostegno alla filiera dell'auto che affronta la riconversione
Dagli impatti della transizione energetica, con tutte le ricadute ambientali economiche e sociali, all’informazione e formazione, passando da sicurezza, incentivi e neutralità tecnologica: questi i temi affrontati nella due giorni dell’evento FORUMAutoMotive, promosso dal giornalista Pierluigi Bonora e dedicato alla mobilità che cambia.
Molte le tavole rotonde organizzate, che hanno visto alternarsi come relatori politici e sindacalisti,ma anche esponenti delle Case auto e della filiera produttiva. Tutti più o meno d’accordo nell’affermare l’inevitabilità di questa transizione, che passa sicuramente dalle auto elettriche, ma che non deve chiudersi solo intorno ad esse poichè va garantita la neutralità tecnologica. Proprio in questo senso va il video messaggio del ministro allo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che ha fatto il punto sulle sfida che attende la mobilità nazionale ed europea: “il Paese ha di fronte una sfida tecnologica epocale per rispondere ai nuovi requisiti che la comunità internazionale si è data e che impatterà molto duramente anche sulla nostra filiera automotive. Una transizione che il Governo italiano, in piena condivisione degli obiettivi di decarbonizzazione, ma con pragmatismo, dovrà accompagnare tenendo in adeguata considerazione le conseguenze economiche e sociali che ne deriveranno”.
I sindacalisti presenti alle tavole rotonde di #FORUMAutoMotive hanno ricordato che sono circa 75.000 i posti di lavoro che potrebber venire a mancare, ma questo non è l’unico rischio sociale. Ad esempio il passaggio dagli standard Euro 6 a quelli Euro 7 comporterà nuovi costi per i produttori di auto con un aumento di circa 4.000 euro del prezzo di un’auto. Giusto per fare un esempio, una city car arriverà a costare più di 20.000 euro: una somma esagerata che rischia di strozzare ancora di più un mercato che, a livello europeo, per l’ottavo mese di fila è in rosso a due cifre. Si tratta di tanti tasselli di un unico puzzle che richiedono un coordinamento che può essere realizzato solo con la creazione di un piano per una nuova politica industriale del settore.
“Il Governo – ha sottolineato Giorgetti – ha stanziato ingenti risorse per accompagnare la domanda di auto ecologiche nel nostro Paese, affinché possano essere gradualmente a disposizione di tutti, tenendo saldo il principio della neutralità tecnologica che abbiamo portato anche alla COP26, con lo sguardo al futuro e non limitandosi alla sola auto elettrica. Ad esempio, a livello europeo stiamo molto spingendo per l’ammissibilità dei biocarburanti, su cui l’Italia è un’eccellenza tecnologica e sul fronte della ricerca. Dobbiamo assicurare a tutti i tasselli della filiera di poter partecipare a questo processo di trasformazione, adeguando la propria missione imprenditoriale e i propri impianti. Per questo stiamo mettendo a disposizione delle imprese importanti sostegni dedicati alla riconversione industriale”.
Nel PNRR non ci sono risorse dedicate direttamente al settore auto perchè sono assenti le misure verticali per singole filiere ma se si aggiungono agli 8,7 miliardi stanziati per i prossimi 8 anni al settore, i 4 miliardi per settori come batterie, formazione, installazione di ricariche e fast charge e biocombustibili, e quelli previsti per ambiti affini, si arriva circa a 14 miliardi, che sono una buona base per sviluppare una nuova politica industriale.
A chiudere la due giorni di dibattiti sulla transizione ecologica della mobilità è stato l’intervento, in
collegamento da Roma, del viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto, che ha prima di tutto rassicurato sul fatto che “il provvedimento sugli incentivi è ormai stato chiuso dal MISE e ora è all’attenzione di Palazzo Chigi. Arriverà nelle prossime ore o al massimo nei prossimi giorni la pubblicazione”. Collegandosi quindi al messaggio di Giorgetti ha dichiarato che “La preoccupazione sulla riconversione della filiera automotive è comprensibile, stiamo varando un piano di accompagnamento pluriennale. Per due-tre anni possiamo prevedere di sostenere economicamente la domanda, ma il grosso dei sostegni dovrà andare alla filiera attraverso nuovi strumenti flessibili come cassa integrazione, corsi di formazione e altre misure che permettano l’adeguamento del sistema industriale”. Il conclusione, non è mancata una battuta sulla gigafactory di Termoli per la produzione di batterie, che secondo Pichetto “è ormai definita, manca solo l’ufficialità con la firma di Daimler, socio del
consorzio Acc di cui fa parte Stellantis”.