La vittima è stata tenuta in ostaggio in un covo vicino alla stazione di Bergamo: durante il sequestro, non gli è stato dato niente da mangiare ed è stato ripetutamente ferito agli arti con un coltello. A denunciare la scomparsa del ragazzo è stato il fratello: due persone lo avevano chiamato chiedendogli 6mila euro per liberarlo e minacciando di uccidere la vittima
Rapito, tenuto in ostaggio e torturato per cinque giorni in un covo vicino alla stazione di Bergamo. È quello che è successo a un ragazzo di 28 anni, residente in provincia di Brescia e di origini marocchine. I presunti rapitori, due ragazzi tunisini, rispettivamente di 26 e 27 anni, sono stati arrestati dai carabinieri. La vittima, tenuta sotto minacce per i 5 giorni del sequestro, non ha mai potuto mangiare ed è stata picchiata e ripetutamente ferita con un coltello alle braccia e alle gambe.
Le forze dell’ordine stanno cercando un terzo uomo che sarebbe stato protagonista, con gli altri due, del sequestro: sembra che i tre conoscessero bene la vittima. L’allarme per scomparsa del ragazzo è stato lanciato dal fratello, residente a Chiari (Brescia), che da tempo non riceveva notizie del 28enne rapito: in precedenza, lo aveva allontanato dalla famiglia a causa di discussioni legate allo spaccio di droga.
L’uomo ha denunciato la scomparsa della vittima la scorsa domenica, dichiarando che due persone lo avevano chiamato chiedendogli 6mila euro in contanti per liberare suo fratello che si trovava sotto sequestro. Se non avesse consegnato la somma, minacciavano di uccidere il ragazzo in ostaggio. Gli inquirenti ipotizzano quindi che dietro al rapimento ci siano debiti di droga tra la vittima e i presunti rapitori – che al momento si trovano nel carcere di Bergamo in attesa di essere interrogati – e ritengono che il piano della banda fosse realmente quello di uccidere il 28enne se la famiglia non avesse pagato il riscatto.
La vittima, appena liberata, è stata ricoverata in ospedale a causa delle pesanti sevizie subite. Una volta ristabilitosi, il giovane verrà nuovamente sentito dai carabinieri per raccontare la sua versione dei fatti e per chiarire i legami che aveva con i rapitori: l’obiettivo è anche quello di trovare il terzo componente del gruppo, che è riuscito a scappare.