La direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, al World Economic Forum: "Niente è al sicuro dagli attacchi e nulla è sacro. Scuole, asili, orfanotrofi, ospedali di maternità, sistemi idrici, centrali elettriche, teatri. Ora ordigni inesplosi e mine disseminano le comunità dove i bambini giocavano e andavano a scuola"
“Fuori dall’Ucraina, la crisi dei rifugiati è cresciuta rapidamente ed esponenzialmente – e così i rischi per milioni di donne e bambini in fuga. La metà dei 3 milioni di persone che sono stati costretti a fuggire dall’Ucraina sono bambini. Stimiamo che 55 bambini fuggano dall’Ucraina ogni minuto – cioè quasi 1 bambino ogni secondo”. Così la direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, al World Economic Forum. “Sono stata recentemente nella regione al confine con la Romania, dove quasi mezzo milione di persone – soprattutto donne e bambini – hanno varcato per sfuggire alla violenza. Viaggiano con quasi niente: i bambini con i loro piccoli zaini, le mamme che si trascinano dietro una borsa a rotelle. Alcuni hanno solo i vestiti che indossano. I bambini e le donne che fuggono dalla violenza sono vulnerabili in tanti modi – anche allo sfruttamento e all’abuso. La minaccia della tratta è reale e crescente, specialmente per i bambini che sono stati separati dalle loro famiglie”, sottolinea la direttrice, che ha ricordato due foto diventate simbolo del conflitto: “Alcuni di voi potrebbero averle viste sui social media. In un’immagine, passeggini vuoti fiancheggiano una piazza a L – un ricordo brutale di quanti bambini sono diventati vittime di questa guerra, e quante famiglie sono state distrutte. Nell’altra immagine, i passeggini vuoti sono stati lasciati lungo il marciapiede fuori dalle stazioni ferroviarie e dai punti di transito nei paesi vicini per aiutare le donne in fuga dalla guerra a portare i loro bambini. Una è un’immagine di disperazione. Una è un’immagine di compassione. Ma nessuna delle due – conclude – è un’immagine di pace. L’Unicef e i nostri partner continueranno a fare tutto il possibile per sostenere i bambini e le famiglie dell’Ucraina. Ma ciò di cui hanno bisogno più di tutto è che la guerra finisca”.
Nel corso del suo intervento la direttrice ha tracciato un quadro della condizione in cui si trovano gli abitanti ucraini rimasti in patria: “La guerra in Ucraina è una crisi per la protezione dei bambini. Abbiamo visto tutti le immagini. Niente è al sicuro dagli attacchi e nulla è sacro. Scuole, asili, orfanotrofi, ospedali di maternità, sistemi idrici, centrali elettriche, teatri. Ora ordigni inesplosi e mine disseminano le comunità dove i bambini giocavano e andavano a scuola. Al 21 marzo, sottolinea Russel, “l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani poteva verificare 64 bambini vittime – e questo numero è destinato a crescere”, ha ricordato. “All’interno dell’Ucraina, i bambini e le loro famiglie si nascondono negli scantinati e si rifugiano nelle stazioni ferroviarie. Milioni di bambini hanno scarso o nessun accesso all’acqua potabile, o a servizi igienico-sanitari adeguati. Milioni di bambini hanno lasciato la scuola. L’insicurezza alimentare sta crescendo. Anche se il cibo è disponibile, non è sicuro uscire a comprarlo. E può essere anche iniziata la primavera, ma in Ucraina fa ancora molto freddo”.