Madeleine Albright, la prima donna segretario di stato Usa che ha contribuito a forgiare la politica americana dopo la Guerra fredda, è morta all’età di 84 anni. La notizia è stata diffusa dalla Cnn. Albright, nata a Praga nel 1937, emigrò nel 1948 diventando cittadina americana nel 1957. È stata Segretario di Stato degli Stati Uniti durante il secondo mandato presidenziale di Bill Clinton tra 1997 e 2001. Primo di questo incarico era stata Rappresentante permanente alle Nazioni Unite. Sostenne l’intervento militare contro i serbi durante la crisi del Kosovo del 1999. È stata anche consigliere del presidente Barack Obama. Il network statunitense ricorda la sua figura come della politica che “ha sostenuto l’espansione della Nato, ha spinto l’alleanza a intervenire nei Balcani per fermare il genocidio e la pulizia etnica, ha cercato di ridurre la diffusione delle armi nucleari e ha sostenuto i diritti umani e la democrazia in tutto il mondo”.
Albright era recentemente intervenuta anche sull’invasione russa in Ucraina sul New York Times: “Invece di spianare la strada alla grande Russia, invadere l’Ucraina segnerà l’infamia di Putin, lasciando il suo Paese diplomaticamente isolato, economicamente in difficoltà e strategicamente vulnerabile di fronte ad una alleanza occidentale più forte e unita”. Albright all’inizio del 2000 fu il primo alto dirigente americano ad incontrare Vladimir Putin come presidente facente funzioni, ricordandolo come una persona “piccola e pallida”, con “la freddezza di un rettile”, “imbarazzata dal crollo dell’Urss e decisa a restaurare la grandezza” del suo Paese.
Le sanzioni occidentali, prosegue, “devasteranno non solo l’economia del suo Paese ma anche lo stretto circolo di amiconi corrotti, che a loro volta potrebbero sfidare la sua leadership. Quello che sarà di certo una guerra cruenta e catastrofica drenerà le risorse russe e costerà vite russe creando nello stesso tempo un incentivo urgente per l’Europa per tagliare la sua pericolosa dipendenza dall’energia russa (che è già cominciata con la mossa tedesca di fermare la certificazione del gasdotto Nord Stream 2)”.
Tra le altre conseguenze dell’aggressione russa, il rafforzamento del fianco orientale della Nato e una “fiera resistenza armata ucraina col forte supporto dell’Occidente”, indica Albright, evocando per la Russia lo scenario della fallita invasione sovietica dell’Afghanistan. L’ex Segretario di stato riteneva che Putin sia “sicuramente consapevole che l’attuale conflitto lo ha reso più dipendente dalla Cina”, pur sapendo che “la Russia non può prosperare senza legami con l’Occidente. A questo proposito aveva ricordato le sue parole in quel loro primo incontro: “Certo, mi piace il cibo cinese, è divertente usare le bacchette. Ma sono solo cose banali. Non è la nostra mentalità, che è europea. La Russia deve essere fermamente parte dell’Occidente”.
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Usa, morta a 84 anni Madeleine Albright prima donna Segretario di Stato
Nata a Praga da cui era fuggita con la famiglia, divenne cittadina americana nel 1957. Sostenne l’intervento militare contro i serbi durante la crisi del Kosovo del 1999. È stata anche consigliere del presidente Barack Obama
Madeleine Albright, la prima donna segretario di stato Usa che ha contribuito a forgiare la politica americana dopo la Guerra fredda, è morta all’età di 84 anni. La notizia è stata diffusa dalla Cnn. Albright, nata a Praga nel 1937, emigrò nel 1948 diventando cittadina americana nel 1957. È stata Segretario di Stato degli Stati Uniti durante il secondo mandato presidenziale di Bill Clinton tra 1997 e 2001. Primo di questo incarico era stata Rappresentante permanente alle Nazioni Unite. Sostenne l’intervento militare contro i serbi durante la crisi del Kosovo del 1999. È stata anche consigliere del presidente Barack Obama. Il network statunitense ricorda la sua figura come della politica che “ha sostenuto l’espansione della Nato, ha spinto l’alleanza a intervenire nei Balcani per fermare il genocidio e la pulizia etnica, ha cercato di ridurre la diffusione delle armi nucleari e ha sostenuto i diritti umani e la democrazia in tutto il mondo”.
Albright era recentemente intervenuta anche sull’invasione russa in Ucraina sul New York Times: “Invece di spianare la strada alla grande Russia, invadere l’Ucraina segnerà l’infamia di Putin, lasciando il suo Paese diplomaticamente isolato, economicamente in difficoltà e strategicamente vulnerabile di fronte ad una alleanza occidentale più forte e unita”. Albright all’inizio del 2000 fu il primo alto dirigente americano ad incontrare Vladimir Putin come presidente facente funzioni, ricordandolo come una persona “piccola e pallida”, con “la freddezza di un rettile”, “imbarazzata dal crollo dell’Urss e decisa a restaurare la grandezza” del suo Paese.
Le sanzioni occidentali, prosegue, “devasteranno non solo l’economia del suo Paese ma anche lo stretto circolo di amiconi corrotti, che a loro volta potrebbero sfidare la sua leadership. Quello che sarà di certo una guerra cruenta e catastrofica drenerà le risorse russe e costerà vite russe creando nello stesso tempo un incentivo urgente per l’Europa per tagliare la sua pericolosa dipendenza dall’energia russa (che è già cominciata con la mossa tedesca di fermare la certificazione del gasdotto Nord Stream 2)”.
Tra le altre conseguenze dell’aggressione russa, il rafforzamento del fianco orientale della Nato e una “fiera resistenza armata ucraina col forte supporto dell’Occidente”, indica Albright, evocando per la Russia lo scenario della fallita invasione sovietica dell’Afghanistan. L’ex Segretario di stato riteneva che Putin sia “sicuramente consapevole che l’attuale conflitto lo ha reso più dipendente dalla Cina”, pur sapendo che “la Russia non può prosperare senza legami con l’Occidente. A questo proposito aveva ricordato le sue parole in quel loro primo incontro: “Certo, mi piace il cibo cinese, è divertente usare le bacchette. Ma sono solo cose banali. Non è la nostra mentalità, che è europea. La Russia deve essere fermamente parte dell’Occidente”.
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Attacco Usa su larga scala contro lo Yemen controllato dagli Houthi. “È anche un avvertimento all’Iran”
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.