Tour senza troppa gloria per William e Kate, nelle ex colonie britanniche dei Caraibi: i Duchi di Cambridge sono stati infatti accolti in queste ore in Giamaica da moti di proteste per la seconda volta in due tappe. Dopo l’episodio in Belize, dove un villaggio si era rifiutato di riceverli per ripicca sullo sfondo della vicenda d’un terreno conteso dalla comunità locale a un’organizzazione ambientalista patrocinata dal principe, secondo in linea di successione al trono della quasi 96enne regina Elisabetta, i due consorti hanno subito una contestazione pure all’arrivo oggi nella capitale giamaicana Kingston: una piccola folla si è riunita di fronte alla sede dell’Alto Commissariato britannico, la rappresentanza diplomatica di Londra sull’isola, dove era in corso un ricevimento di benvenuto, per ricordare e denunciare il passato schiavista dell’Impero britannico. I dimostranti hanno invocato gesti di scuse concreti da parte della monarchia e riparazioni per il passato coloniale. Mentre una ragazza innalzava un cartello su cui si poteva leggere: “Re, Regine, Principesse e Principi appartengono alle favole, non alla Giamaica!“.
Non esattamente un messaggio di simpatia per William e Kate, impegnati in una visita che – dopo Belize e Giamaica – li vedrà ospiti pure nelle Bahamas, nell’ambito di una missione programmata sulla carta per cercare di recuperare simpatie alla dinastia dei Windsor, rilanciare i rapporti con il Regno Unito in seno al Commonwealth e magari frenare i segnali di un crescente desiderio di affrancamento dalla corona inglese riemersi appena pochi mesi fa nella stessa regione con la formalizzazione a novembre dell’addio delle Barbados a ogni residuo legame con la monarchia. Il tour rientra anche fra le attività di rappresentanza all’estero affidata a vari componenti di primo piano della Royal Family per celebrare il Giubileo di Platino di Elisabetta II: giunta quest’anno all’anniversario record dei 70 anni di regno.
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